Venticinque anni fa, 17 maggio 1989: Neckarstadion di Stoccarda, minuto 40 del primo tempo. Corner di Maradona, ribatte il tedesco Hartmann, giusto?
«Giusto, dopo quella ribattuta qualcosa mi dice di restare in area dirigore». Il ricordo di Ciro Ferrara è nitidissimo. Diego rimette la palla dentro di testa senza farle toccare terra, un cross d’altri tempi.«E arrivo ioche tiro al volo di destro.Faccio gol alla Careca e divento pazzo».
El pibe disse: non so come abbia fatto a segnare una rete così con quei piedi che si ritrova.
«E io 25 anni dopo ancora non mi spiego come sia riuscito a crossare in quella maniera di testa».
Un quartodi secolo oggi, un’eternità alla quale fanno compagni a ricordi incredibili.
«Atmosfera straordinaria, un fiume di napoletani invase Stoccarda. Erano ovunque, in città, fuori l’albergo, allo stadio. Avevamo un obbligo morale nei confronti loro e dei tanti emigranti che vivevano in Germania, ci fecero sentire a casa nostra. Era Stoccarda ma noi pensavamo di essere al SanPaolo. All’andata il2-1 ci trasmise unpo’ di tensione ma c’era laconsapevolezza di potercela fare. Quella marea azzurra fu la spinta decisiva per portare la Coppa a casa». Percorso netto e trofeo strameritato.«Non la facemmo buona a nessuno. Nemmeno alla Juve, nei quarti di finale: 3-0 con gol all’ultimo secondo dei supplementari. Capolavoro in semifinale contro il Bayern e trionfo finale a Stoccarda».
Torniamo a quella serata.
«Rete di Alemao, pareggia Klinsmann e poi il mio2-1. Fu il gol che ammazzò i tedeschi e caricò a mille il Napoli. A inizio ripresa, capolavoro di Careca che era sceso in campo con quasi 40 di febbre.E poi festa e champagne in campo, negli spogliatoi, in albergo,in aereo,ovunque. Il punto più alto nella storia del Napoli, che si ritrovò in cima all’Europa».
Venticinque anni dopo CiroFerrara è ambasciatore dell’Europa League.
«Sognavo una finale a Torino tra Juve e Napoli. Il nostro campionato non è il più spettacolare ma resta il piùdifficile. A livello finanziario non siamo competitivi con le altre nazioni e quindic’è difficoltà a d’investire nei grandi campioni. Non so se siamo in crisi ma sono davvero lontani i tempi in cui piazzavamo più o meno sistematicamente le nostre squadre nelle varie finali di Coppa».
Due napoletani sono stati protagonisti in campionato e stanno per staccare il biglietto per il Brasile: Immobile ed Insigne.
«Tutti e due meritano di giocare il Mondiale, Napoli ha sempre regalato talenti al football italiano».
Da noi si pesca sempre bene, veroFerrara?
«Vorrei che nessuno venisse nella nostra terra a portare via i campioncini e che i lNapoli fosse più attento. Ve lo dice uno che portò Immobile dal Sorrento alla Juve per appena 90 mila euro».
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro