A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli:
Sul confronto tra Kim e Koulibaly, Rrahmani ha affermato che il senegalese è stato soltanto sfortunato, non potendo giovare di un collettivo di tale successo, condivide?
“Rrahmani è stato un compagno di Koulibaly, non poteva dire diversamente. Tuttavia, la difesa azzurra di questa stagione si appresta ad essere la migliore del campionato, e ciò la dice lunga. Il coreano è davvero un bel vedersi, non sbaglia un anticipo, è impeccabile nei suoi interventi. Un grandissimo difensore che ha bruciato le tappe, che definirei un giocatore d’altri tempi”.
Cosa si aspetta dal Napoli nel prossimo mese?
“Per quello che concerne il campionato c’è da aspettare la matematica, anche se credo i giochi siano fatti. Per la Champions, invece, ci saranno sfide dal fascino particolare, e dal grande prestigio. Contro i rossoneri andrà messo da parte il vantaggio di classifica. I milanesi saranno agguerriti nel doppio confronto europeo, e Spalletti dovrà essere bravo a mantenere alta la tensione”.
Chi è il capitano più rappresentativo dell’era De Laurentiis?
“Di Lorenzo sta facendo cose incredibili, è l’esempio ideale del professionismo. Giovanni è sempre presente, e viaggia a livelli altissimi. Un esempio come calciatore e come capitano, le cui orme dovrebbero essere seguite dagli altri giocatori. Ci sarebbe soltanto da applaudirlo, soprattutto sul lato comportamentale”.
Kvaratskhelia somiglia davvero a George Best?
“A me i paragoni non piacciono. Ritengo che ognuno abbia il proprio modo di essere, e di giocare. Dunque, anche il georgiano ha le sue peculiari caratteristiche. Godiamoci quel che vedremo ancora da questo giocatore!”.
Osimhen calciatore che riesce a fare la differenza?
“Il nigeriano è un grandissimo calciatore. Ha uno stacco imperioso. Sembra non avere avversari, e da difensore posso garantirvi che marcarlo sarebbe una vera impresa”.
Giudizio sule antagoniste degli azzurri?
“Ho assistito alle proteste dopo il derby d’Italia. Tuttavia, ritengo siano polemiche futili. Il campionato, ormai, non offre molte possibilità alle contendenti, se non una qualificazione Champions da conquistare. Per il resto non c’è più molto da contendere”.
I media italiani parlano troppo poco del Napoli?
“Ci sono abituato. Da quando ho iniziato a giocare nel Napoli, è sempre stata la stessa storia. Quest’anno ci sarebbe soltanto da lodare il club, il mister ed i suoi giocatori. C’è stata una programmazione ottimale, con una piena unità di intenti tra calciatori e tecnico. Per il Napoli, però, non sprecano parole. Hanno avuto anche il coraggio di esporre una classifica dalla seconda in poi…”.
Quanto è cambiato il tifo a Napoli dai tempi di Diego sino ad oggi?
“C’è sempre stata grande passione per la squadra. Il pubblico ha sempre partecipato, sia nei successi che nelle sconfitte. Ciononostante, mi dispiace assistere a tensioni ed incomprensioni. Una stagione come quella attuale dovrebbe esigere compattezza ed entusiasmo. Reputo però incomprensibili le misure recenti, che vietano l’ingresso persino con le bandiere. Il tifo necessiterebbe delle sue prerogative tradizionali. Penso ad un bambino che vorrebbe andare allo stadio, ed assistere al suo Napoli senza una bandierina da portare con sé”.
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