Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto agli Stati Generali dello Sport organizzati da Italia Viva. Ecco le sue parole:
“Il nostro è un mondo che nel periodo della pre-pandemia ha avuto e ha 4,6 milioni di praticanti nonché 1,4 milioni di tesserati. È un mondo che, attraverso il suo impatto socio-economico, ha un peso da oltre 3,1 miliardi di euro. Per ogni euro di contributo che riceviamo dal Governo italiano ne restituiamo 18,3. Questo fa capire quanto il nostro sistema abbia bisogno di sostenibilità, anche se è una parola che mi piace poco”
“A me piace uno sviluppo sostenibile, inteso come parola che toglie dal viluppo, dalle catene. Per noi, la politica si deve occupare di sport, non deve occupare lo sport. Ripetiamolo e cerchiamo di applicarlo con comportamenti coerenti. Il nostro mondo ha bisogno di ritrovare modalità di sviluppo economico, deve trasformare il PIL in BIL, benessere interno lordo”.
Su cosa può fare a politica per lo sport e per il calcio:
“Anzitutto, adottare provvedimenti che eliminino quelle modalità di cattiva applicazione o cattivo uso, mi riferisco anzitutto al decreto crescita. È un provvedimento nel quale il mondo del calcio non può rientrare, perché non si riferisce a beni strumentali come sono i calciatori. Poi, la legge fondamentale dello sport italiano, la 91 dell’81: è obsoleta, è una legge che comunque va rivista. Infine, c’è una opportunità per quella che può essere una naturale applicazione di una risoluzione del Parlamento Europeo del 2011”.
Sul gioco online:
“Mi riferisco al gioco online, alla tutela del diritto d’autore, agli eventi che organizziamo: non è pensabile che produciamo 16 miliardi di euro e non ci sia un ritorno. Lo chiediamo alla politica: non entro nel merito di provvedimenti in fase di valutazione del Parlamento italiano. Acceleriamo questi processi, il nostro mondo chiede risposte concrete. E chiudo con quello che il mondo del calcio dovrebbe fare per dare dimostrazione di serietà: lavoriamo sui vivai dei giocatori, dei giovani e magari di qualche dirigente un po’ meno maleducato”.
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