Una bara bianca coperta da fiori e maglie da calcio, sistemata sull’erba del campo sportivo di Cermenate, il paese in cui è cresciuto e dove ha dato i primi calci al pallone. Attorno, 400 persone, il massimo consentito dalle norme anti Covid, che si sono riunite per l’ultimo saluto ad Andrea Rinaldi, morto a 19 anni per un aneurisma cerebrale. Il sindaco di Cermenate Luciano Pizzutto ha proclamato il lutto cittadino e ha fatto il possibile per organizzare l’ultimo addio al giovane calciatore, come desideravano i genitori e la sorella. Un rigido servizio d’ordine ha permesso di accogliere quante più persone possibile nel campo sportivo pur nel rispetto delle distanze di sicurezza. “Pulcino” nel Monza e cresciuto poi nelle giovanili dell’Atalanta, in questa stagione Rinaldi era passato al Legnano. Il club ha ritirato la maglia numero 8, quella di Andrea e l’ha consegnata ai genitori del 19enne. E la maglia lilla del suo ultimo club è anche quella che la mamma ha voluto che il figlio indossasse per il suo ultimo viaggio, partito non con una corsa ma con un lento e silenzioso corteo su un campo di calcio.
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