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Ruotolo: “Contro il razzismo ci vuole il pugno duro. Ciro Esposito? E’ stato un omicidio politico-razzista”

"La Figc e la Lega non possono più limitarsi alla multa. Non è accettabile che il tema del razzismo venga sollecitato solo dai tifosi"

Il noto giornalista Sandro Ruotolo è intervenuto durante un convegno su Passione e Indentità organizzato nel teatro di Dimaro dal Napoli Club Bologna parlando tra le altre cose di razzismo anti-napoletano negli stadi e della vicenda di Ciro Esposito. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:

“In Serie A le cose, per quanto riguarda la violenza negli stadi, le cose stanno migliorando. Il problema resta la B e le categorie inferiori. Razzismo contro i napoletani? La contrapposizione del tifo è una cosa che si può accettare. Lo sfottò fa parte del gioco del calcio, dello spettacolo. La cosa che non va accettata è un’altra. La Figc e la Lega non possono più limitarsi alla multa. Non è accettabile che il tema del razzismo venga sollecitato solo dai tifosi. Le società non possono lavarsi le mani. Il rapporto tra tifo organizzato e società c’è, ed è inutile negarlo. Non è che noi napoletani siamo vittimisti, il problema c’è. A Bologna ricordo che dalla curva Bulgarelli partirono tutta una serie di insulti razzisti che non possiamo più accettare. Le parole pesano, non possiamo più accettare la logica del ‘non sono razzista, ma…’. Ciro Esposito? Vivendo a Roma e conoscendo come vanno le cose posso dire che quello è stato un omicidio politico-razzista. Se analizziamo il personaggio di ‘Gastone’ De Santis vediamo che c’è tutto un background di ultrà di destra. Viviamo un momento di crisi fortissima, di civiltà e di valori. Dobbiamo capire che le parole non possono essere usate a sproposito. Vi racconto una cosa: io ero nell’albergo dove alloggiava la mamma di Ciro Esposito. Quando arrivò la notizia della morte di Ciro la portò il portiere. Lui e la madre si abbracciarono nel momento delle condoglianze. Responsabilità delle società? I giocatori si sentono spesso minacciati. Le società devono cercare di fare qualcosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiedere più trasparenza, ma anche un maggiore intervento. Se vogliamo portare allo stadio le nostre famiglie dobbiamo chiedere un calcio più sicuro. Soluzioni? Il calcio si regge sui milioni dei diritti tv. 15mila euro di multa non sono nulla per una società. Chiudere lo stadio sarebbe già un passo in avanti”

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