Dopo la decisione del Napoli di aumentare i prezzi degli abbonamenti si apre il dibattito tra i tifosi a Napoli. «La questione stadio è quella che influisce maggiormente, siamo messi malissimo rispetto agli altri impianti. Si è partiti dal progetto di un nuovo San Paolo e ci ritroviamo con il solito stadio pieno di insufficienze e di pericoli. Adesso pure senza un manto erboso degno di questo nome, con il problema cronico dell’agibilità e con la minaccia degli ispettori Uefa», sostiene Carlo Claps, presidente di Aidacon consumatori. «Siamo stati travolti da mail e telefonate, la realtà economica di Napoli è differente dalle altre città, non credo che molti potranno permettersi una spesa del genere che tiene conto di ritocchi notevoli. Ricordiamoci che il novanta per cento delle tessere del tifoso sono scadute quest’anno, andranno rinnovate al prezzo di 20 euro. E come se non bastasse, bisogna fare pure la fila sotto il sole. In cambio di cosa? Quali servizi sono offerti dalla società? E qual è il livello di sicurezza garantito?». Franco Porzio, ex olimpionico di pallanuoto e manager sportivo, rileva: «Mettiamola così: gli abbonamenti non vanno più di moda. Adesso sono i biglietti acquistati settimanalmente al botteghino a incidere molto più della vecchia tessera. Gli aumenti devono probabilmente tener conto di spese di gestione che sono cresciute, però alla gente si deve offrire qualcosa in cambio. Mi riferisco al mercato perché il napoletano è fatto così: sono pronto a scommettere che se in pochi giorni, come si vocifera, dovessero arrivare elementi come Candreva e Witsel, gli abbonamenti schizzerebbero a quota ventimila».
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