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Albania, Sadiku: “Mi chiamo Armando in onore di Maradona, parlo bene l’italiano”

L'attaccante di De Biasi si racconta al Corriere dello Sport

E’ bastata una partita a Sadiku per diventare eroe in Albania. E’ sua la rete che ha steso la Romania, regalando la prima vittoria in assoluto alla nazionale albanese in un grande torneo internazionale. Armando ancora non ha realizzato l’importanza del suo gol:

“Da qui non mi rendo conto, certo, mi ha chiamato tanta gente” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – “E poi i compagni me lo hanno ricordato di continuo. Sì, più passa il tempo più sono felice. Tutti insieme abbiamo fatto una grande cosa. C’era la mia famiglia a vederli, divido la gioia con loro, mio papà, mia mamma, mio fratello, mia sorella. E il popolo albanese”. Sadiku ha già incrociato l’Italia in passato: “Mio papà allena i bambini ad Elbasan, il nostro paese: sono nato nel 1991 e lui mi chiamò Armando in onore di Maradona. Parlo bene l’italiano? Ho vissuto quattro anni nel Canton Ticino. E poi adoro la serie A. Intanto parlo e un po’ spero che un giorno capiti la chance. Tutti i miei compagni che giocano o hanno giocato in A me ne hanno parlato bene. E’ il primo campionato in cui giocherei”.

Ora c’è la possibilità di passare il turno, nonostante una sola vittoria: “Ci speriamo, anche perché noi siamo da partita secca. In quella diamo tutto, al girone ci siamo un po’ smarriti, peccato. Ora guardiamo le altre e tifiamo. Noi ora ci sentiamo ancora più pronti. Speriamo di avere un’altra partita per dimostrarlo. Potrebbe essere anche un riscatto per me. A Zurigo era arrivata la mia occasione. Ho fatto in tempo a vincere la Coppa e poi mi sono rotto crociato e menisco. Mi è crollato il mondo addosso. Ma tanta gente mi è stata vicino. E mi è stata vicina la nazionale, tanto. Ora tocco il cielo con un dito. E i miei compagni mi dicono: sai quanta gente più forte di noi è passata per un Europeo senza segnare? Ecco, io l’ho fatto”.

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