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Giampaolo: “Divertito dal Napoli, ma la Juventus è di un altro livello. E su Zielinski…”

L'ex tecnico dell'Empoli parla del Napoli in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport

All’interno di una lunga intervista sulla tattica rilasciata a La Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico dell’Empoli Marco Giampaolo ha parlato anche delle squadre che per lui, sotto l’aspetto del gioco, sono dei punti di riferimento: “Quest’anno mi sono divertito a vedere Fiorentina e Napoli, anche il Crotone di Juric che è molto bravo. Viola e azzurri sono diventati prevedibili? È il rischio delle squadre molto codificate. È per questo che bisogna allenare più il principio degli schemi. La profondità, per esempio, di cui Spalletti è un maestro. La Juve è fuori categoria, lì non conta come giochi: hanno la vittoria nel dna. È una squadra pratica e Allegri è un tecnico intelligentissimo: giusto, freddo, che trasmette serenità. E la Juve ha una struttura societaria che risolve tutti i problemi e che permette al tecnico di allenare e basta, senza disperdere altre energie.”

Empoli una delle squadre più divertenti del campionato. Come?Con la qualità, prima di tutto. Non so quante squadre in Italia avessero un centrocampo qualitativo come il nostro: Paredes, un ex trequartista, come play; Zielinski, centrocampista moderno, che fa gol, assist, recuperi; Croce o Buchel dall’altra parte. E Saponara, per me l’emblema del giocatore perfetto: qualità, corsa e lavoro. Poi serve l’organizzazione collettiva: è quella a permetterti di sorreggere la qualità“.
Il lavoro che ha ereditato da Sarri le è servito? “Certo, sono arrivato in una squadra che veniva da lontano, abituata a lavorare in un certo modo da anni. Andavano a memoria. Se porti avanti un gruppo per anni, hai dei vantaggi: devi solo perfezionare. Altrimenti c’è bisogno di tempo, perché per addestrare la squadra a muoversi collettivamente serve tempo. Che devi riuscire a guadagnare mettendoci dentro qualche risultato, se no ti mandano a casa. Io a Empoli ho osservato e ho iniziato a interagire con discrezione. Mi sono guardato e riguardato tutte le partite dell’anno precedente e poi ho iniziato a trasmettere la mia idea di calcio. Noi forse rispetto all’anno scorso abbiamo cercato più il palleggio e meno la profondità.”
Sarri aveva lasciato l’Empoli in buone mani… “Fu proprio lui a chiamarmi a gennaio e a dirmi “Guarda che se io dovessi andar via, ho parlato al club di te”. E’ un amico, abbiamo fatto il corso a Coverciano insieme, mi ha mostrato il suo archivio, abbiamo idee in comune sul calcio“.
E quali sono queste idee? «Giocarsela. Intendo dire anche con le big, non essere passivi. Creare autostima, consapevolezza. Magari perdere, ma andare a giocarsela. E’ qualcosa di ambizioso, è questione di mentalità. Organizzare una squadra collettivamente è la strada più lunga, ma nel medio­lungo periodo paga di più. Poi l’impostazione dipende dalle caratteristiche dei giocatori: io avevo una squadra poco fisica, quindi più lontano mi difendo meno rischi corro. Però devo avere giocatori veloci dietro, in grado di recuperare la profondità”.
Fonte: Gazzetta
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