Mister Arrigo Sacchi interviene a Radio Goal. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“Siamo lontani dal calcio spagnolo perché non ci evolviamo, non ci aggiorniamo e non cresciamo. Il calcio è lo specchio della vita: abbiamo disconosciuto merito e bellezza e ci siamo focalizzati sulla sola vittoria. L’importante è vincere, non importa come. Per fortuna, però, ci sono allenatori che hanno voglia di cambiare questo trend ed uno ce l’avete proprio voi a Napoli. L’allenatore è un po’ come don Abbondio nei ‘Promessi Sposi’: un vaso di terracotta costretto a viaggiare tra vasi di ferro. Allora la società deve tutelarti, deve farti stare sereno ed aiutarti con grandi idee. Al mio Milan successe questo: il mio staff tecnico ed io potemmo dare quindi sfogo alle nostre idee, ai nostri progetti e, lasciatemelo dire, anche ad un briciolo di talento. Tenemmo le persone più serie ed attaccate al progetto e ne pescammo di altri complementari tra di loro, che potessero esprimersi al meglio. Si giocava a tutto campo e tutti si sacrificavano: una vittoria senza merito per noi non era una vittoria. Due anni fa dissi a Berlusconi, che voleva prendere Sarri, che se l’avesse ingaggiato avrebbe ripercorso la strada intrapresa con me vent’anni fa ed avrebbe dimostrato ancora una volta di vedere 10 anni avanti rispetto agli altri. Il Napoli con dei giocatori di poca esperienza nella maggior parte dei casi ha improntato un gioco spettacolare ed offensivo: a Torino e Roma si è perso proprio perché si era rinunciato a vincere ed allora sono venute a galla le falle dell’inesperienza. Guardiola? Fa parte di quegli allenatori che permettono a questo sport di aggiornarsi e rinnovarsi ed essere sempre all’avanguardia. All’inizio allenava la terzera, la terza squadra per intenderci. Una volta il presidente vide giocare la sua squadra e lo chiamò per la Prima. Guardiola disse allora al presidente che doveva cedere Deco, Ronaldinho ed Eto’o e di quelli rimase solo il terzo. Perché? Perché aveva le sue idee e dalla terza squadra porto con sé Busquets e Pedro. Chi trova un Sarri trova un tesoro? Sì, ma gli allenatori non possono cambiare società ed ambiente. Le squadre del Nord sono abituate a stare lassù, quelle del Sud di meno: anche quando c’era quel genio di Maradona oltre a due scudetti ed una UEFA non è che si sia vinto chissà cosa. Per ricominciare a farlo c’è bisogno di programmazione e maturità da parte di tutti gli ambienti, lo spero.”
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