Brocchi ha contato venti occasioni, Zvonimir Boban ha visto altro. E non gli è piaciuto per niente, anche se la sua analisi va oltre Milan-Frosinone: “Non vedo nulla di positivo, non si può guardare una partita ma una foto di quello che ci sta offrendo il Milan – ha spiegato l’ex giocatore rossonero, ora opinionista a Sky Sport, a Radio Anch’io Sport – Se è positivo stare 0-2 e 1-3 e poi rimontare con due rigori strani: vero, c’è stata la reazione, ma se guardiamo più in alto vediamo un dramma che si sta consumando e sta frantumando un Milan che è arrivato lì dove non era più da trent’anni”.
LA DIFFERENZA — L’analisi di Boban comincia dal cambio di allenatore che non ha risolto la crisi del Milan, anzi l’ha peggiorata facendolo precipitare fuori dalla zona Europa League: “Mihajlovic era riuscito a creare un team che respirava insieme e stava facendo discretamente bene. Brocchi non doveva accettare il ruolo ma lo capisco, ha poche colpe, a parte quella di non aver capito che la storia era troppo grande per lui”. Non lo sarebbe per Simeone, l’allenatore del momento dopo aver eliminato il Barça in Champions e battuto 1-0 il Bayern nell’andata delle semifinali: “È un tecnico già affermato, ma Mihajlovic è un piccolo Simeone per carattere”.
I PROBLEMI — Le colpe, più che al tecnico, vanno alla società: “Non è più il Milan di Berlusconi da 9-10 anni e il presidente avrebbe dovuto capirlo per proteggere la sua storia, ma non ci riesce. Ora c’è confusione totale, disordine in società, ruoli doppi e indefiniti, non da Berlusconi. Galliani? Un grande manager, ma l’area tecnica è un’altra cosa”. Per il futuro della società, Boban fa un solo nome: “Paolo Maldini, per quello che è stato e per la sua integrità morale. Non vederlo nel Milan non è assurdo, è molto peggio. E se dovessero arrivare investitori stranieri, dico che è un futuro che sta avvenendo, una realtà che capita in tutto il mondo. C’è un rammarico romantico, ma va accettato”.
FIFA — Boban, infine, ha confermato di essere stato contattato dalla Fifa “per un ruolo collaborazione a 360 gradi, credo che sia positiva l’idea di Infantino (neo presidente, ndr) che tanti ex giocatori si avvicinino a ruoli nella federazione mondiale”. Ad esempio per contribuire a unificare l’interpretazione del fallo di mano. “I giocatori non sono pinguini – ha sottolineato Boban -, con la velocità e il dinamismo del gioco di oggi come si può pensare che in area si stia sempre con le mani dietro la schiena, bisogna potersi bilanciare”.
