Walter Mazzarri sta aspettando il progetto giusto per ripartire. Ci sono state tante voci, in Italia e in Europa, ma nessuna si è concretizzata. Intanto studia, lui e il suo staff. Abbiamo parlato con Nicolò Frustalupi, suo braccio destro dal 2002, alla Pistoiese. Poi hanno lavorato sempre insieme: Livorno, Reggina, Sampdoria, Napoli e Inter. Tredici anni, una scalata continua, tanta adrenalina, non un attimo per tirare il fiato. Improvvisamente fermi. Da un anno.
Come si sta senza allenare?
“Si sta… – sospira Nicolò Frustalupi -. E soprattutto si aspetta la prossima panchina. La nostra vita è lì, nello spogliatoio. Ora ci manca la quotidianità del lavoro in campo. Ci documentiamo, viaggiamo, stiamo studiando l’inglese, abbiamo fatto corsi all’estero. Non solo per la Premier, però. Siamo aperti a tutte le possibilità. Con lo staff stiamo girando l’Europa per aggiornarci e seguire le partite e gli allenamenti. Siamo stati in Inghilterra e in Spagna dove l’anno scorso abbiamo visto Real Madrid e Barcellona”.
Vi piacerebbe allenare in Premier League?
“A chi non piacerebbe? Ma stiamo seguendo tutti i campionati più importanti”.
Mazzarri chiamerà sempre il suo staff storico?
“Spero di sì. Quando Mazzarri ha trovato un progetto, fino ad adesso, ha sempre chiamato noi. Ma ci chiama solo quando c’è da firmare, prima pensa che sia rischioso far circolare anche una minima voce che nel calcio diventa un coro nel giro di un istante. Per ora non ci ha mai chiamato…”.
Mazzarri e la “condanna” della difesa a tre come se le due cose fossero legate per forza a doppio filo. In passato questa cosa vi ha forse condizionati eppure è un sistema che funziona. Ovunque. Anche in Inghilterra, tanto per fare un esempio…
“La difesa a tre si può benissimo adottare anche in Premier League, in passato l’ha usata il Liverpool. Nell’ultima giornata, per esempio, ho visto che anche il West Ham ha giocato a tre dietro. Comunque Mazzarri se ci fosse bisogno saprebbe mettere anche la difesa a quattro, come abbiamo fatto a volte in passato. Per quanto riguarda il gioco in Premier si sa che c’è grande velocità e che non ci sono mai pause. Negli ultimi anni hanno anche fatto grandi passi avanti a livello di gioco”.
Com’è nata l’idea di usare la difesa a tre?
“Mazzarri l’ha sempre usata. L’ho conosciuto alla Pistoiese nel 2002 e lui la usava già, fin dalle sue prime esperienze in panchina al Bologna Primavera e all’Acireale. Il Napoli è stata una delle prime big a svilupparla, molti anni prima c’era l’Udinese di Zaccheroni. Ora la sta facendo la Juve, che già con Conte giocava a tre. Anche la Fiorentina di Paulo Sousa, che in fase d’impostazione gioca a tre, mentre in fase difensiva si schiera con la linea a quattro, viene considerata innovativa. Ma Mazzarri questo accorgimento lo ha sempre utilizzato. Ad esempio, al Napoli, con lo scivolamento a destra di Campagnaro (o Grava) e l’abbassamento dell’esterno sinistro la difesa passava a quattro. La stessa cosa che fa la Fiorentina con Roncaglia (o Tomovic) a destra e Marcos Alonso a sinistra”.
A proposito del Napoli, quello in cui gioca ora è il vero ruolo di Hamsik?
“Hamsik deve essere sempre al centro del gioco, gli piace toccare molte volte il pallone per sentirsi dentro la partita, ce lo diceva sempre. Forse negli ultimi due anni ha giocato un po’ troppo avanzato. Con Mazzarri era un incursore, il modulo però non era sempre lo stesso; all’inizio Mazzarri ha utilizzato di più il 3-4-2-1, che a volte si trasformava in 3-4-1-2, mentre nell’ultimo anno abbiamo spesso utilizzato anche il 3-5-2. Tutto questo anche in base alle caratteristiche dei giocatori (soprattutto gli attaccanti) che avevamo a disposizione”.
Ma qual è il modulo preferito da Mazzarri?
“All’inizio giocava con il 3-4-2-1, all’Acireale e alla Pistoiese usava questo modulo. Arrivato a Livorno lo ha modificato in un 3-5-2, per sfruttare al meglio le caratteristiche di Lucarelli e Protti in attacco. Alla Reggina, nei tre anni, ha alternato i due moduli, mentre alla Samp ha quasi sempre utilizzato il 3-5-2. Del Napoli abbiamo già detto. Questo perché si adatta alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione”.
Al Napoli avete valorizzato anche Cavani, ora al PSG è scontento perché il ruolo di attaccante centrale è occupato da Ibrahimovic. Lui è una punta?
“Cavani vuole giocare attaccante. Mazzarri l’aveva voluto prendere per farlo giocare in quel ruolo. Al Palermo giocava più esterno. Ecco, un altro aspetto sottovalutato di Mazzarri è questo: sa valorizzare le punte. L’ultimo è stato Icardi, all’inizio aveva problemi di pubalgia. Poi ha iniziato a giocare e a segnare con regolarità. L’esempio lampante è Cavani al Napoli, ma prima ancora Pazzini alla Sampdoria, con 11 gol nel girone di ritorno. E l’anno precedente Bellucci, 12 gol, il suo record personale, oltre al recupero di Cassano. Alla Reggina Bianchi (18 gol, record personale) e Nicola Amoruso (17 gol, anche per lui record personale). Per non parlare di Lucarelli-Protti a Livorno. Per questi motivi mi sembra ingiusto parlare di un allenatore che guarda più alla fase difensiva”.
E’ anche merito della difesa a tre se Bonucci è uno dei migliori difensori del mondo e la Juve è uscita dal momento difficile?
“Bonucci è uno dei migliori difensori al mondo indipendentemente dalla difesa in cui gioca, e l’ha dimostrato alla Juve l’anno scorso giocando con la difesa a quattro. Poi sicuramente, per le caratteristiche che ha, è il difensore centrale perfetto per la difesa a tre, in quanto è bravissimo a impostare il gioco da quella posizione. Poi non so quanto sia stato importante per la Juve tornare a giocare a tre, ma probabilmente quel sistema permette di far giocare insieme i migliori tre difensori d’Italia”.
Il 3-5-2 è molto usato perché mancano i trequartisti?
“Credo che un allenatore scelga il miglior modulo da utilizzare in base alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. Se hai Zidane un posto per lui lo trovi. Ora in Italia non sono molti, ma qualcuno c’è, come ad esempio Saponara. Se un giocatore è forte trova sempre spazio in squadra, non conta l’età o il ruolo. Donnarumma ora ha 17 anni ed è titolare, Bernardeschi è ’94 ed è titolare. Se ci trovassimo in rosa un trequartista con doti importanti sicuramente Mazzarri troverà il modo di valorizzarlo, come ha sempre fatto”.
Comunque il fatto che anche Guardiola usi la difesa a tre potete considerarlo come una rivincita dopo l’esperienza all’Inter?
“Sicuramente il fatto che un grande allenatore come Guardiola utilizzi in qualche occasione la difesa a tre fa capire come questo modo di giocare non sia antico come hanno voluto far credere tanti critici. Mazzarri pensa solo al suo lavoro e i risultati gli hanno sempre dato ragione”.
Ma Mazzarri come vive questi mesi senza calcio?
“Questa è domanda che dovresti fare a lui. E’ una persona molta riservata e non è facile capire quello che pensa. Sicuramente è pronto per tornare ad allenare e raggiungere i risultati che ha sempre ottenuto in carriera”.
Fonte: Calciomercato.com
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