Tu chiamale, se vuoi, illusioni. Quella clivense – come si legge sull’edizione odierna del Corriere di Verona – al San Paolo, dura cinque giri d’orologio. Il fazzoletto di tempo che intercorre fra il primo gol in serie A di Nicola Rigoni (papà e mamma, a Schio, hanno registrato tutto) e il 61esimo di Higuain. In sostanza, il sabato sera del Chievo comincia come una promessa di felicità, poi diventa quel che ogni pronostico vaticinava, ossia un tunnel di sofferenza e qualche sprazzo, comunque intenso, di luce. Tutto previsto, tutto fisiologico. Il Napoli, quando vuole, è un treno in corsa. Per vie centrali, oppure da sinistra dove Insigne è scugnizzo terribile, piovono attacchi e piove, alla fine, un 3-1 che male non fa. Da Fuorigrotta, il Chievo torna a testa alta e senza aver mosso una classifica comunque agiata: punti in numero di 34, mancano ancora dieci giri, presto Hetemaj e Meggiorini saranno arruolabili dall’inizio e c’è tutto il tempo per rifinire l’opera.
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