Tutti gli ultimi allenatori del Chelsea hanno avuto a che fare con l’Italia. Ci hanno giocato, oppure sono stati tecnici. Oppure assistenti. In qualche modo la scuola del Belpaese, dalle parti di Stamford Bridge, appare come un fulgido esempio di integrazione. Vincente, perché al di là della presenza del super ricco Roman Abramovich, la storia arriva da prima. Dagli acquisti di Roberto Di Matteo e Gianfranco Zola. O Ambrosetti, Ambrosio, Cudicini.
Dai tempi di Ruud Gullit, allenatore giocatore, tutti i tecnici che hanno iniziato la stagione al Chelsea avevano un legame con l’Italia. A parte José Mourinho, che lo è diventato poco tempo dopo.
Così è normale che Antonio Conte sia il primo indiziato per la panchina dei Blues, con Emenalo che sarà in tribuna oggi allo Juventus Stadium per seguire la sfida fra i bianconeri e il Chelsea. Forse anche per comparare i piemontesi di Conte con quelli, in campo, di Allegri. A dir la verità è proprio la sfida fra i protagonisti della storia recente della Juventus a infiammare il post Mourinho – e pure il post Hiddink. Era già successo nel 2008, quando il Chelsea avrebbe voluto Ancelotti ma poi aveva ripiegato (non con troppo ordine), su Scolari, salvo poi riprendere nella sua tradizione con l’arrivo proprio dell’ex Milan. Non è un caso se il brasiliano sia durato pochissimo e non abbia vinto alcunché. Così come Villas Boas, scelto per il dopo Ancelotti e sostituito da Di Matteo, poi vincente in Champions League.
Fonte: TMW
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