Al San Paolo, nei primi quarantacinque minuti contro il Cagliari, si vede il solito Napoli quando non c’è Gargano. Pazienza e Yebda non alzano il ritmo, rallentando la manovra di una squadra che non produce una manovra avvolgente ma costruisce la sua forza sulla corsa, sull’aggressività e sulle accelerazioni. Infatti, l’unico uomo a mettere in difficoltà la difesa del Cagliari è Lavezzi, che dà imprevedibilità al gioco dei partenopei con le sue folate. Al 31′ il Pocho ha anche l’unica occasione per gli azzurri, quando calcia a lato su assist di Cavani e dopo aver superato un avversario. Paradossalmente la palla gol più importante l’ha avuta il Cagliari, nonostante Donadoni abbia schierato la sua compagine, pensando principalmente alla fase difensiva, a cui partecipa anche Acquafresca. Al 14′ proprio il bomber dei sardi s’invola verso la porta di De Sanctis, ma grazie al prodigioso recupero di Santacroce, calcia a lato. Proprio il “portierone” del Napoli ha superato il record d’imbattibilità interna del “Giaguaro” Castellini: 763 minuti nella stagione 81-82. La compagine di Mazzarri, per superare il muro cagliaritano, deve alzare il ritmo e per farlo gli uomini d’attacco e gli esterni devono spingere senza dare punti di riferimento e cambiando continuamente posizione. Donadoni sa che quando non c’è Gargano è Hamsik il faro del gioco della banda-Mazzarri ed allora i suoi difensori stringono sullo slovacco. Proprio Hamsik può rappresentare la svolta del Napoli; se applica il cinismo e la lucidità che lo contraddistinguono, quando ha il pallone tra i piedi, può scompaginare le carte di Donadoni. Nel finale del primo tempo ha avuto al limite uno spazio interessante, ma ha servito un pallone troppo lungo a Yebda. Più cattiveria, Napoli, hai tutte le carte in regola per vincere, nonostante le assenze.
Ciro Troise
