Il gioco offensivo e spettacolare di Ventura non si vede. Come quasi tutti gli allenatori delle compagini che affrontano il Napoli, Ventura schiera la sua squadra ispirandosi alla filosofia dell’ “innanzitutto non prenderle”. Il Bari attende il Napoli e compie un pressing asfissiante sui portatori di palla azzurri quando superano la propria metà di campo, costingendoli spesso a rallentare la manovra o a retrocedere la propria azione di gioco. Il Napoli si rende pericoloso o su azioni personali o su errori degli avversari; all’ 11’Maggio compie una bella serpentina, ma Gillet devia in angolo. Il Bari si affida alle ripartenze, cercando di sfruttare la corsia sinistra con la velocità di Alvarez, ma Maggio e Campagnaro finora sono tra i migliori in campo. Al 27′ rigore netto negato al Napoli con Belmonte che butta giù Lavezzi con una evidente trattenuta. Al 34′ in un periodo buono per gli azzurri su una ripartenza Cavani mette in porta Lavezzi, Pulzetti abbatte l’argentino con una volontaria gomitata. L’arbitro Mazzoleni incredibilmente non solo non espelle il centrocampista del Bari, ma non lo ammonisce neanche. Al 36′, dopo accese proteste, in cui Mazzoleni consente a Parisi di fare quello che vuole, una punizione di Cavani viene deviata di tacco da Lavezzi, una magia dal punto di vista tecnico del Pocho. Dopo il gol del Napoli entra in partita anche l’arbitro, che finalmente tira fuori i cartellini per i gesti scorretti di Parisi e Raggi. Nella ripresa gli azzurri, stando sempre attenti a coprire gli spazi, non devono chiudersi troppo; contro questo mediocre Bari hanno nelle corde anche il gol del raddoppio.
Ciro Troise
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