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Napoli, in 54 giorni la maratona della verità: gli azzurri saranno impegnati su tre fronti

Dal mercato di gennaio sono attesi un vice-Higuaine due centrocampisti per far rifiatare Allan e Hamsik

Napoli-Torino apre una cavalcata di 14 partite in 54 giorni, la maratona azzurra di gennaio-febbraio. Dieci partite di campionato (cinque in casa), due impegni di Coppa Italia (superando i quarti), la doppia sfida col Villarreal in Europa League. Dopo il Torino, tempo quattro giorni, un breve viaggio a Frosinone con i ricordi e le croci di guerra del dopo-fallimento su campi di gloriosa espiazione. A cavallo del “quarto” di Coppa Italia con l’Inter (martedì 19 gennaio, partita secca al San Paolo), la squadra più ambiziosa che punta allo scudetto, ecco due mine vaganti, il Sassuolo a Fuorigrotta (16 gennaio) e la Sampdoria a Marassi (24), che frenarono in partenza il Napoli di Sarri prima che il 4-3-3, inaugurato trionfalmente contro il Bruges (5-0), aprisse una serie di 15 partite senza sconfitte in Italia e in Europa (13 vittorie). Il tempo di respirare e, in chiusura di gennaio, l’Empoli a Fuorigrotta, altro avversario indocile (2-2 all’andata). Con la possibilità, poi, che in caso di qualificazione, il 27 gennaio gli azzurri disputino l’andata della semifinale di Coppa Italia: al San Paolo se l’avversaria fosse la Lazio, a Torino se dovesse passare il turno la Juventus. Otto partite a febbraio cominciando di mercoledì fuori con la Lazio (oltraggiata al San Paolo con cinque gol). Apparentemente affidabile, la domenica successiva, il match col Carpi a Fuorigrotta, però 0-0 all’andata. sabato 13, poi, la sfida con la Juventus a Torino. L’Europa irrompe giovedì 18 febbraio a Villarreal, quinta partita con gli spagnoli che, al tempo di Mazzarri, eliminarono il Napoli in Europa League ma, l’anno dopo, furono estromessi dagli azzurri in Champions (quel solitario “siluro” di Inler al Madrigal nella porta di Diego Lopez). Napoli-Milan capiterà fra l’andata e il ritorno dei sedicesimi di Europa League col Villarreal. Chiusura della maratona, il 29 febbraio, a Firenze. A quel punto sapremo molto delle sorti azzurre. Puntare alle finali delle due Coppe è una lotteria, benché prestigiosa, affidata al “momento” di forma (e di fortuna) degli azzurri negli impegni “secchi”. Idee chiare e realizzabili sono necessarie per fissare una priorità di obiettivi concentrando sul traguardo più opportuno il massimo sforzo. Questo traguardo è la qualificazione alla prossima Champions. Il bilancio del Napoli per la prima volta in rosso chiede all’Europa quel monte-premi che solo la maggiore competizione continentale può assicurare, a parte il prestigio della partecipazione che servirebbe da maggior richiamo per catturare giocatori di grande spessore. Dal mercato di gennaio per un Napoli competitivo su tre fronti, senza rischiare di mandare fuori giri i protagonisti maggiori, sono attesi un vice-Higuain (Gabbiadini è una soluzione ma non completa, il bergamasco non è un centravanti) e due centrocampisti per far rifiatare Allan e Hamsik. A gennaio, però, pezzi rari e a caro prezzo. Un giocatore di qualità non costa meno di 25 milioni, giovane e di grande tecnica come chiede De Laurentiis. Il problema è che il Napoli è andato con grande merito di tecnico e giocatori oltre le scettiche previsioni di agosto ed ora, l’appetito vien mangiando, si pretende molto dalla squadra azzurra sotto pressione, non solo dei tifosi, per confermarsi una protagonista assoluta. Tra i nomi che circolano, affascina quello del centrocampista portoghese André Gomes (22 anni, 1,88) al secondo anno nel Valencia che lo ha preso dal Benfica, ammirato l’altra sera contro il Real Madrid, fisico e tecnica di prim’ordine, più spesso a sinistra nel 4-3-3 del Valencia. Per quel che se ne sa, Sarri preferirebbe giocatori già esperti del nostro torneo senza problemi di ambientamento. Tra questi, il centrocampista uruguayano di lotta e di governo della Fiorentina Matias Vecino (24 anni, 25 milioni) che il club viola considera incedibile. Ma il vice-Higuain? Se con 18 giocatori si può fare un colpo di Stato, come ha detto Sarri, questa serie di lavori forzati, una partita ogni tre giorni, impone una crescita di rendimento e partecipazione dei rincalzi e, ancora di più, quei due colpi del mercato invernale per arricchire la qualità della “rosa”.

fonte: il mattino

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