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Cutolo: “Guai a chi mi tocca Napoli! Io e Insigne abbiamo risposto alla grande a Verona”

"Mandorlini fece un'uscita infelice sui meridionali. Faccio il tifo per Sarri"

Napoli-Verona non è mai una gara banale, figuriamoci per chi come Aniello Cutolo esultò al Bentegodi in casa del Verona zittendo di fatto la tifoseria gialloblù che insultò dal primo all’ultimo minuto l’attaccante nativo del Rione Traiano ed ora in forza alla Virtus Entella. Il cuore di Aniello non ha mai smesso di battere per i colori azzurri e nel suo passato ha avuto anche Maurizio Sarri come allenatore.

Puoi raccontarci la tua trafila nelle giovanili azzurre?
“Ho fatto tutte le categorie nel Napoli, ero insieme ad Antonio Floro Flores. Arrivai in Primavera con lui, poi il Napoli decise di portare Antonio in prima squadra con Zeman. Non venni mai utilizzato ed allora decisi di andare a giocare a Benevento dove ho esordito a 17 anni in serie C. Quel Napoli dove c’ero io, non era il club di adesso. C’era una grande confusione interna”

Quanto ha pesato il fatto di non avere un fisico imponente i primi anni?
“Ho pagato caro questa cosa. Era un parametro usato  in quei tempi, chi non era un gigante veniva messo da parte. Fortunatamente chi ne capisce di calcio vede anche la tecnica di base. Basta guardare Lorenzo Insigne che per me è la migliore espressione del ruolo in Italia. Oltre al fisico ci sono tante altre qualità”

Come è l’Aniello tifoso del Napoli?
“Non posso fare a meno del Napoli. Giocando nelle squadre del Nord ho rafforzato ancora di più questo legame con la mia città. Da tifoso vedo una grande squadra che può lottare per quella cosa lì (scudetto ndr)… A Pescara ad esempio con Bocchetti e Maniero ascoltavamo canzoni napoletane nello spogliatoio per sentirci a casa. Il napoletano lo trovi ovunque ed è sempre una cosa fantastica”

Napoli-Verona è una gara particolare per te: tutti hanno stampato nella mente la tua esultanza con il Padova al Bentegodi…
“Guai a chi mi tocca Napoli. Al Verona ci ho giocato un anno e mezzo, si sono legati al dito il fatto che dei miei errori nello spareggio play out con lo Spezia costarono la retrocessione. Mi hanno dato anche colpe non mie. Quando sono ritornato con il Padova al Bentegodi dopo 6 anni, mi hanno accolto malissimo. Sono stato insultato dal primo all’ultimo secondo di gara. L’unico modo per reagire a questo, era segnare ed esultare come non mai e ci sono risucito”

C’è chi dice che la tua esultanza era anche contro Mandorlini…
“Mandorlini fece un’uscita infelice contro noi meridionali. Un po’ ho esultato anche per questo, ma non ce l’avevo in particolare con lui. Con il mister non ho avuto modo di chiarire anche perchè non c’era nulla da chiarire. Ho esultato come volevo, forse ho esagerato ma va bene così. L’anno dopo il diverbio rifeci gol al Verona al Bentegodi, ma finì lì. Qualche frase di Mandorlini ha acceso ancora di più la tifoseria veronese che ha usato certe parole per massacrarmi ancora di più”

Anche Insigne è stato insultato come te a Verona. Il quotidiano L’Arena ha dato del maleducato a Lorenzo per l’esultanza dopo la rete…
“Ma maleducato di cosa! Stiamo scherzando? Lorenzo ha fatto gol ed è andato ad abbracciare Sarri: è un’offesa? Al Bentegodi sono bravi a farti sentire inferiore perchè sei napoletano, Insigne ha fatto bene ad esultare. Ha dato la miglior risposta sul campo a quei cori stupidi. A Verona sono bravi a farti passare da provocatore anche quando ti insultano per tutta la partita. Sto con Insigne tutta la vita”

Sei mai stato vicino al ‘tuo’ Napoli?
“Se ne parlò quando il club era nel secondo anno di C con Reja. Non c’è stata però una vera e propria trattativa. Giocare con quella maglia è sempre stato il mio sogno. Al San Paolo ci sono venuto purtroppo da avversario, ma è sempre stata un’emozione unica”

A Perugia hai avuto Sarri, dicci la tua esperienza con l’attuale allenatore del Napoli
“Non fu un anno facile perché cambiammo tre allenatori. Le qualità di Sarri erano già note ed è migliorato con il tempo. Mi impressionò il fatto che conoscesse tutti i giocatori dalla A alla Promozione. Negli anni ha accresciuto le sue doti. E’ un malato della tattica e con il tempo è diventato più duttile negli aspetti di campo. Altro segnale importante di maturità e crescita. Maurizio è una persona dai grandi valori umani. Sono felice che alleni la mia squadra del cuore. Tifo Napoli e Sarri”

Gli obiettivi per il 2016…
“Voglio riprendermi dopo un lungo infortunio e trovare anche il gol. Sono in un club organizzato come l’Entella, Chiavari è una realtà tranquilla rispetto a grandi piazze del meridione. Qui c’è un progetto serio con un presidente impegnato molto nel sociale. L’obiettivo è mantenere la categorianel prossimo anno. La B è un patrimonio per la città di Chiavari”

Fonte: CalcioNapoli24.it

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