Il celebre cantante napoletano Gigi D’Alessio è ospite di Radio Goal. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“Nel corso del tour, che ha toccato diverse tappe d’Europa, ho sempre trovato una ‘tana’ dove poter seguire il Napoli. Sarri? Il difficile è essere facili. Lui è un normal one, una very normal people: ha messo a proprio agio lo spogliatoio, rendendolo coeso. I ragazzi le qualità o ce le hanno o no: lui sta riuscendo ad estrapolare il massimo da loro. Lui è una persona perbene, che vuole solo lavorare: non pensa agli shampoo, alle acconciature o agli abiti. Quando l’ho visto la prima volta, dico la verità, ho pensato fosse un garagista. Il Napoli non è una squadra, il Napoli è Napoli: rappresenta nostra madre, la nostra città. Quando gli azzurri vanno bene, sembra che tutto l’ambiente ne risenta, il salumiere vende più formaggi, il meccanico aggiusta più auto e tutti siamo più allegri. I cori beceri? Capita anche a me. L’importante, poi, è fare i fatti. Voi fischiate, noi, nel frattempo, esistiamo e vinciamo. Le mie canzoni? Nel 2000, quindici anni fa, molte radio mi dissero che era impossibile passare ‘Non dirgli mai’ a causa della parte in dialetto. Ora, questa cosa mi fa ridere, ci siamo presi una bella rivincita. Io icona di Napoli? No, io figlio della mia Città. Ci sono dei figli che fanno gli idraulici, altri gli avvocati, altri i commercianti, beh, io faccio il cantante. I fattacci del Bataclan? Avrei dovuto cantare anch’io in quel teatro, ma per fortuna vendemmo troppi biglietti e ci dovemmo spostare in un posto più grande a Parigi. Il mio primo concerto al San Paolo? La cosa più bella fu che, con secchio e colla, andai ad attaccare personalmente i manifesti. Era il ’97.”
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