C’è un proverbio napoletano che «tradotto» in italiano rende molto meno, ma è perfetto per la partita giocata ieri dal Napoli: in due parole, un tarlo invita una noce a dargli tempo, perché prima o poi la bucherà. E’ anche a forza di martellamenti così, di occasioni non sprecate nonostante la fatica, che si vincono gli scudetti, o comunque si prova a vincerli: a Verona è stata la vittoria delle certezze (di gioco) interiori, della classe di tre tenori che ieri hanno deciso di tornare a cantare tutti insieme, ma soprattutto della pazienza. Il Napoli, tarlo dal possesso palla del 72%, non aveva altra strada contro un Verona chiuso a guscio come una noce: l’ha bucata al 12° tiro (saranno 20-3 alla fine, per dire di che partita è stata), infilandosi nella Maginot veronese appena visto un pertugio, che si è aperto alla prima distrazione (di Helander) e ha fatto precipitare tutto nella terza sconfitta di fila in casa. Il Napoli è imbattuto da 16 partite e lunedì sfiderà nel suo stadio l’Inter per il primato: se nessuno ha una striscia aperta migliore nei 5 maggiori campionati d’Europa, come si può non sognare in Italia?
Fonte: Gazzetta dello Sport
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