Fuori la Roma, ma a Roma sempre si arriverà. Non adesso, ma fra 78 giorni, quando tornando all’Olimpico non si ritroveranno i capitolini, bensì la Viola. Intanto (e ce ne passa tanto) via con la rumba: si ballerà a ritmo frenetico con campionato ed Europa League. Tanto per gradire, quattro match in 12 giorni sino a fine mese, ovvero uno ogni tre preciso. Ecco che tutto va calibrato con la massima attenzione, visto che per inquadrarne tanti nel mirino (di obiettivi) se ne potrebbe tralasciare qualcuno. Ma ciò non si confà alla filosofia e professionalità di un Benitez che è sempre molto attento a non omettere alcun particolare. C’è quindi estrema cura anche nel programmare gli allenamenti, non perché ne intercorrano tanti fra sporadiche partite, ma le cose stanno esattamente al contrario. Si può fare cioè solo qualche allenamento fra tanti match.
MATTUTINO – Ieri, al mattino, classico training del post-partita. Domenica si va a Sassuolo (ore 15) e il gruppo è stato diviso in due dopo aver svolto riscaldamento con il pallone. Corsa e scarico per chi ha giocato la semifinale di Coppa Italia, e lavoro più intenso per gli altri con in aggiunta la solita partitella a campo ridotto. Naturalmente un po’ di attenzione in più per Reina, dopo lo scontro di gioco con Destro, seguito da qualche preoccupazione. Tutto rientrato: restano piccoli risentimenti, ma non dovrebbero sussistere problemi per la prossima sfida di campionato. Oggi bis mattutino.
ENTUSIASMO – Naturalmente sono palpabili nell’aria entusiasmo e leggerezza per la finale conquistata, oltretutto in una modalità che non ha lasciato minime tracce di dubbio e scampo all’avversaria. La squadra ha offerto una prestazione in evidente crescita rispetto alla partenza in sordina dell’anno nuovo, al cospetto peraltro della seconda della classe. E questo sicuramente darà ulteriore carica per provare a cambiare parziale anche in campionato e proseguire il cammino in Europa League. Volti perciò distesi a Castelvolturno, ieri baciata dal sole e dalla ritrovata verve degli azzurri.
EL FLACO – Fra i più sorridenti dopo il match vinto e dominato, quasi non tocca terra con i piedi. «Siamo molto felici perché volevamo fortemente questa finale» Fernandez ha diffuso la sua contentezza nell’etere attraverso i microfoni di Radio Kiss Kiss, provando a descrivere ciò che è successo dopo il fischio finale. «Ci siamo guardati negli occhi e abbracciati per la felicità. Per noi era questione vitale arrivare alla finale di maggio e adesso ne siamo molto orgogliosi» .
Oltre alle sensazioni del post, anche la disamina del durante: « Abbiamo fatto dal primo minuto una gara molto intensa, concentrati, e siamo stati bravi a rimanere tranquilli e tenere tutto sotto controllo. Poi è arrivato il primo gol che ha aperto la partita». A ruota pensieri e parole sul reparto di competenza, i mondiali, Higuain e dulcis in fundo Maradona, leggendario connazionale. «Lo stadio ha cominciato a urlare il suo nome. Grande emozione, la presenza di Diego è sempre speciale. Appena è arrivato in tribuna, Gonzalo ha segnato il secondo gol. Dal canto suo sta facendo cose eccezionali e può diventare anche più forte. Non prendere poi gol è stato importantissimo. Eravamo arrabbiati per il terzo preso a Roma dopo aver pareggiato, ma siamo stati attentissimi. Ora si torna al campionato e poi all’Europa League. Stiamo già pensando al Sassuolo e poi si vedrà, partita dopo partita, sempre lavorando tanto. Il Mondiale per me è un sogno e per arrivarci bisognerà fare il massimo con il Napoli. Nel nuovo modulo mi trovo più a mio agio e inoltre avverto la grande fiducia di Benitez».
Fonte: Corriere dello Sport
