Udine. Il pareggio contro l’Udinese, su un campo che si conferma indigesto agli azzurri, è la fotografia della stagione del Napoli. L’ennesima occasione sprecata, un’altra rimonta subita e altri punti lasciati per strada contro una formazione di livello tecnico nettamente inferiore. C’è l’attenuante di un rigore dubbio non fischiato a Pandev. E soprattutto del gol dell’1-1 di Fernandes, in posizione di fuorigioco, resta però l’errore difensivo nell’azione, il disimpegno troppo superficiale di Reina per un Behrami nella circostanza poco reattivo. Una disattenzione grave perchè avviene nel momento in cui gli azzurri hanno la partita in pugno, un difetto mostrato più volte in questa stagione. Come pure l’incapacità di chiudere il match dopo la rete del vantaggio, bellissima, di Callejon per le troppe chance fallite in fase conclusiva. C’è ancora bisogno di tempo per costruire la mentalità vincente in ogni partita, la caratteristica necessaria per trasformare una buona squadra come il Napoli in una grande squadra, capace di compiere il definitivo salto di qualità verso l’alto.
L’asso – Callejon sempre più decisivo, gol numero tredici in campionato, diciottesimo in stagione. Grandi numeri per lo spagnolo che merita sempre più di entrare nella Spagna mondiale di Del Bosque. Essenziale, decisivo, puntuale, infallibile, ogni pallone lo trasforma in oro. Al Friuli conferma questa sua grande qualità, piomba come un falco su un pallone invitante al limite dell’area, lo controlla e batte il baby fenomeno Scuffet. Sempre più vicino alla previsione di Benitez dei venti gol stagionali, l’attaccante esterno ideale per il calcio di Rafa: taglia verso il centro, s’inserisce al tiro con naturalezza, copre sulla fascia, s’intende a occhi chiusi con i compagni. Concreto, un’occasione la trasforma in gol, spietato, rapidissimo, letale nell’esecuzione dal limite. Un campione capace con la sua classe di mascherare in attacco l’assenza ovviamente pesantissima di Higuain.
Lo schema – La rete azzurra arriva da fallo laterale di Ghoulam: rimessa con le mani lunga, sponda di testa di Zapata, attaccante colombiano per il resto in ombra. Una rete diversa dal solito copione: il Napoli riesce a sorprendere così l’Udinese di Guidolin a difesa schierata. La variabile che fa la differenza in partite bloccate e contro avversari disposti in campo con l’obiettivo prioritario di annullare le fonti di gioco avversarie. Una variabile, in negativo, sulla rete del pari di Fernandes, l’errore che non ti aspetti, quello di Pepe Reina, solitamente impeccabile nei rilanci di piede e stavolta invece approssimativo nell’appoggio che regala ai bianconeri il gol, in fuorigioco, dell’1-1.
Il turnover – Tra la squalifica di Mertens, le assenze per infortunio di Higuain e Britos, il rientro di Hamsik, la scelta di far rifiatare Albiol in difesa e di riproporre Inler, l’ex di giornata a centrocampo al posto di Jorginho, sono cinque i cambi iniziali di Benitez rispetto alla formazione che ha battuto la Lazio. E in più c’è lo spostamento tattico di Henrique al centro della difesa in coppia con Fernandez per fare spazio al ritorno a destra di Reveillere. Un turnover per tenere tutti sulla corda in vista della finale di coppa Italia contro la Fiorentina all’Olimpico. Ma il Napoli di Udine alterna cose buone a troppe pause e anche stavolta manca il giusto furore agonistico per vincere.
I simboli – Hamsik ritrova posto da titolare e fascia di capitano dopo le parole di stima di Benitez e De Laurentiis e le conferme di essere al centro del progetto futuro. La sua prova però anche con l’Udinese è priva di guizzi decisivi, lo slovacco si muove e si fa vedere secondo quello che gli viene richiesto dal tecnico spagnolo ma appare ancora una volta spento. Vivacissimo, invece, Insigne che entra in tante azioni pericolose del Napoli, prova nell’uno contro uno e soprattutto difende con grande genorosità fino alla linea dei difensori, però ancora una volta è impreciso nelle conclusioni fallendo tre occasioni molto favorevoli.
Fonte: Il Mattino
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