E’ il giorno di Napoli-Arsenal, è il giorno della speranza, è il giorno dei sogni, è il giorno della sete di vincere, è il giorno del coraggio, è il giorno della paura, è il giorno dell’ennesima delusione sportiva, è il giorno dei continui e perenni ‘se’, è il giorno di un’altra stagione senza vincere un trofeo, è il giorno dei ‘era l’anno giusto’, è il giorno di tutto e del contrario di tutto.
Sì, perché Napoli nella propria indole più nascosta ha questo vortice di sentimenti che portano ad up e down continui che non la fanno mai stare ferma e tutto questo cade in maniera perpendicolare sui tifosi azzurri perché la città di Parthenope è legata in maniera viscerale alla propria squadra di calcio che porta a festeggiare con fuochi d’artificio l’uscita dalla Champions della Juve, la grande rivale dell’intero popolo napoletano, ad opera dell’Ajax.
Quarto di finale di una competizione europea, quarto di finale che il Napoli ha disputato solo cinque volte nella propria storia (compresa quella di questa stagione) e questa è una prova della scarsa tradizione europea della società partenopea e nonostante ciò non ci sarà uno stadio pieno visto che per adesso sono stati venduti quaranta mila tagliandi per la gara contro l’Arsenal e tutto questo perché?
Ci si può addentrare in mille spiegazioni e motivazioni che forse non porterebbero a nulla, ma a prescindere da tutto e tutti non si può intaccare il legame tra il Napoli e il suo popolo perché il tifoso napoletano questa mattina presto alle ore 07:00 si è svegliato con il pensiero di andare a lavorare, di prendersi il caffè e della partita di questa sera però senza false speranze perché il Napoli ha perso 2-0 a Londra i e vuoi che l’Arsenal non faccia neanche un goal questa sera con gli attaccanti che ha?
Ore 11:30: è il tempo di un altro caffè e di una chiacchierata con i colleghi e per non pensare alle fatiche e problemi quotidiani si parla di calcio: si parla della fantastica partita della sera precedente tra City e Tottenham, ovviamente si continua a parlare dell’eliminazione della Juve nonostante l’acquisto di Ronaldo e poi come chiosa finale si discute di Napoli-Arsenal e si domanda al proprio interlocutore se secondo il suo parere il Napoli possa fare il miracolo di passare il turno e questo lo si fa per incoraggiarsi l’un l’altro per affrontare il resto della giornata e per contrastare il pensiero della partita che con il passare delle ore diventa sempre più dilagante.
Ore 14:00 pausa pranzo: il tifoso azzurro accende la radio, vede i siti, i social per informarsi sulla probabile formazione che sceglierà Ancelotti ma la partita è ancora lontana (anche se il ricordo di quel Napoli-Juve del 1989 serpeggia nello stato d’essere di chi ama il Napoli) e quindi è meglio non pensarci e chiamare a casa per vedere se stanno tutti bene e se sono state pagate le bollette.
Ore 17:50 mancano dieci minuti al termine della giornata lavorativa: il tifoso del Napoli è in ansia e si domanda, ogni secondo, quando passano questi dieci minuti che deve fare presto per vedere la gara, che deve cercare di non cadere nella trappola del traffico, che deve andare a prendere il figlio in palestra per fare poi una tremenda inversione a u per prendere la scorciatoia per evitare quel semaforo e quell’incrocio dove si potrebbe stare per ore bloccati nel traffico e per di più oggi bisogna fare ancora tutto più veloce perché è Giovedì Santo e quindi ci sono molte più persone per strada e allora il sostenitore azzurro continua a fare sorpassi e controsorpassi in maniera non del tutto consentita per combattere contro il tempo in una battaglia impari. Tutto questo per arrivare prima a casa perché ormai il pensiero di Napoli-Arsenal circola mescolato con il sangue in tutte le zone del corpo del sostenitore partenopeo.
Ore 19:30: si giunge a casa (se si è riusciti ad evitare quel maledetto semaforo e quel maledetto incrocio), si saluta in maniera celere e distratta la propria moglie o la propria madre e si controlla la formazione ufficiale del Napoli e ci si incomincia ad immaginare la gara ovvero se Ancelotti abbia scelto bene, se quel giocatore sia in forma oppure se possa giocare in quella zona di campo e poi chi marca Aubameyang, Ramsey e Ozil? Per non parlare di Lacazette.
Ore 20:05 la zuppa di cozze è pronta (piatto tipico della cucina napoletana del Giovedì Santo) e il tifoso azzurro va a tavola con un’ansia tremenda, ma cerca di calmarsi pensando ancora al risultato dell’andata per cercare di non nutrire troppe speranze però sempre con la tv accesa sul canale che trasmette la gara…
ore 20:55 è giunto il momento le squadre stanno per fare il loro ingresso in campo: il tifoso del Napoli si è seduto sul divano, alla sua destra c’è il proprio figlio, è un po’ appesantito perché sua moglie ha esagerato con le cozze ma tutto passa perché sono le ore 21:00 e la partita sta per iniziare e di conseguenza le paure di uscire dalla coppa, le paure di non farcela, le paure di non vincere ancora, le paure di illudersi, le paure dei sfottò vanno a quel paese perché il direttore di gara ha fischiato ed è cominciato il match e ora il tifoso partenopeo si dimentica del traffico, dei problemi economici e familiari perché la squadra del Napoli per il sostenitore azzurro è come se fosse un biglietto, con la durata di 90 minuti più recupero, con destinazione paradiso perché quando l’arbitro fischia la voglia di esultare, di prendere in braccio il proprio figlio e gridare ‘goaaaaaal’ può portare solo al pensiero del paradiso e poi è bello sognar e non costa nulla.
DI WILLIAM SCUOTTO
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