Fa male al cuore, all’indomani di un evento sportivo, sentir parlare male della propria città. Parola di Maurizio Marinella, che ieri è stato raggiunto da numerose telefonate di clienti e fornitori da tutta Italia che avevano saputo del furto ai danni di Hamsik. «Da napoletano e da tifoso – commenta il re delle cravatte – non posso credere che si sia trattato di un caso. Queste persone lo stavano aspettando all’uscita, e quindi erano ben consapevoli di stare per commettere un crimine di cui si sarebbe parlato in tutta Italia, e che avrebbero danneggiato quindi non solo lo sportivo ma anche la comunità dei cittadini, tifosi e non. Ed è un brutto segno: certa gente sfoga così la delusione per una città che non funziona, perché in Italia e soprattutto a Napoli il calcio è l’unica cosa che, invece, sembra andare bene».
Di uguale avviso l’attrice Rosaria De Cicco, che pur non essendo un’accanita del pallone non ha potuto fare a meno di commentare che «a Maradona non sarebbe mai successo. Derubare un giocatore del Napoli, fino a poco tempo fa, anche per certa gente era considerato come rubare in Chiesa: inammissibile. Dopo aver preso di mira le fidanzate e le mogli dei beniamini del San Paolo, invece, adesso cade anche l’ultimo paletto nei confronti di ragazzi evidentemente benestanti, che si possono permettere un nuovo orologio. È la crisi che si fa sentire sempre di più, non solo il gesto di un tifoso deluso nelle proprie aspettative di vittoria».
Anche Sandro Cuomo, campione olimpico di spada ed attuale direttore tecnico della nazionale italiana, è preoccupato per il valore simbolico di questo furto. «Da tifoso del Napoli – spiega – non mi sarei mai aspettatto che qualcuno potesse perpetrare un reato così eclatante ai danni di uno dei giocatori più in vista della formazione di casa. Da sportivo professionista, devo dire che queste cose fanno male non solo al calcio ma allo sport in generale, perché alimentano le certezze di quanti credono che lo stadio ed in generale i luoghi in cui si celebrano attività agonistiche possano essere pericolosi anziché educativi. Certe persone rappresentano invece una minoranza rispetto a quanti si recano allo stadio per amore del gioco: una minoranza rumorosa, che come se non bastasse fa riecheggiare ben oltre i confini cittadini una cattiva nomea di Napoli». Di diverso avviso invece l’olimpionico di sciabola Diego Occhiuzzi, che non vede nell’accaduto un collegamento con il risultato del Napoli. «Non credo – dice – che chi ha puntato la pistola in faccia ad Hamisk si sia reso conto di avere avuto a che fare proprio con il centrocampista. Purtroppo a Napoli, ma non solo, queste cose accadono con una certa frequenza e ritengo che come è accaduto a lui sarebbe potuto accadere tranquillamente anche a me ed è certamente già accaduto a tante altre persone, famose o meno, migliaia di volte. Mi stupisce anzi tanto clamore: io non ci vedo nulla di strano».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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