Dieci minuti, l’aria di chi deve subito tornare a studiare per preparare l’esame e la voglia di infiammare il Wanda. Diego Simeone ha fretta di arrivare a domani sera, di vedere uno stadio gridare come avveniva al Vicente Calderon. “Non è una finale anticipata, perché è un ottavo. La Juve è una squadra fortissima, con grandi qualità, con un grande allenatore. Giocherà Dybala ma non ci preoccupa. Li ho visti spesso giocare con Mandzukic interno di centrocampo, hanno moltissime possibilità. Noi useremo le nostre armi. È una gara da 50 e 50”.
Garra e cholismo, ma non solo. “Loro hanno Cristiano che ha fatto una grande scelta, affrontando una sfida importante, come sportivo e come professionista, ma noi abbiamo tanti giocatori importanti”. Fa i nomi di metà squadra, esaltando il suo gruppo, vera forza dell’Atletico da quando si è seduto su quella panchina. “Il nostro punto di forza è la crescita che abbiamo fatto”. E quello della Juve? “La società”.
Comunicazione cholista. Nessun timore di Ronaldo e dei suoi 22 gol nei precedenti confronti con l’Atletico. Nessuna particolare attenzione alla BBC o a Dybala. “Competeremo come facciamo sempre, col nostro stile”. Coltello in bocca e ambizione di giocare a giugno in una finale in casa. Un sogno, dopo le due sconfitte di Lisbona e Milano contro i cugini di Madrid. Quelli che avevano CR7. A Simeone non fa certo paura ritrovarselo davanti. Un po’ perché ha AG7, Antoine Griezmann, il piccolo diavolo capace di portarlo fino in fondo. Un po’ perché il Cholismo non permette passi indietro.
Domani è un altro giorno anche per lui, che avrà Diego Costa “che di sicuro non può giocare 90 minuti. Vogliamo soddisfare uno stadio che sarà pieno e scoppierà”.
Richiamo alle armi del Cholo. L’ultima volta, nel 2014, vinse lui contro Allegri. Era un altro stadio e quasi un’altra vita. Da pochi giorni ha rinnovato un contratto che gli farà guadagnare 22 milioni a stagione. Chissà quanti ne lascerebbe sul piatto per trovarsi in questo stadio il primo giorno di giugno. È lo stesso desiderio di Allegri, è la magia della Champions.
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