Presidente squalificato per cinque mesi, allenatore sospeso per sei giornate, società multata per 12.500 euro. «Ha visto cosa ha scritto quell’arbitro?». Franco Manniello, presidente della Juve Stabia, orgogliosamente presente da tre anni in serie B, non alza il tono della voce mentre va in auto da Castellammare a Sorrento. È deciso ma sereno. Attento ai tunnel e agli aggettivi mentre guida. «Ci siamo fatti già sentire presso la Lega e presenteremo ricorso presso la Disciplinare: deve essere ristabilita la verità dei fatti». Ha avuto un brutto epilogo la partita con il Lanciano, persa dai gialloblù per 1-0 martedì scorso allo stadio Menti. Provvedimenti duri, una maxi-stangata del giudice sportivo dopo la lettura del referto dell’arbitro torinese Bruno. E ora parla Manniello, per difendere la società, non se stesso.
Squalificato fino al 18 febbraio 2014: presidente, ma cosa ha fatto dopo Juve Stabia-Lanciano?
«Nell’intervallo ho detto all’arbitro cosa pensavo dopo averlo visto non concederci un rigore nettissimo, come documentano le fotografie. Lui evidentemente non sa distinguere tra una protesta e un’ingiuria perché, al contrario di quanto ha scritto nel referto, non l’ho offeso. Finita la partita, dopo un altro rigore negato al 93’, ho reiterato la protesta. Sbagliando, certo. Ma è assolutamente falso che avrei tentato di aggredirlo».
E allora cosa è successo?
«Ho protestato, in maniera esagitata. Mio figlio e Braglia mi hanno trattenuto perché ero nervosissimo, ma non avevo alcuna intenzione di aggredire l’arbitro. La Juve Stabia è una società ospitale, come confermano i ringraziamenti che riceviamo dagli altri club dopo ogni partita. Compreso il Lanciano, che ha vinto martedì a Castellammare».
Pensa che gli arbitri danneggino la Juve Stabia?
«Guardo i fatti. Siamo stati danneggiati in tre partite su sei di campionato, quelle con Spezia, Reggina e Lanciano. Ho massima fiducia nella categoria, però ci sono arbitri scarsi così come ci sono presidenti, calciatori e allenatori scarsi. E Bruno, l’arbitro di Juve Stabia-Lanciano, è un arbitro scarso, con appena tre presenze in serie B. Un esempio? C’è stato un calciatore del Lanciano che ha toccato il pallone con il braccio in area, lui lo ha ammonito considerando il fallo commesso fuori e invece era dentro almeno di un metro. Non lo sostengo io, lo dicono le immagini televisive. E ancora: prima del gol del Lanciano c’era stato un fallo su Contini e nei minuti di recupero ci è stato negato un altro netto rigore».
Cosa ha chiesto ad Abodi, il presidente della Lega?
«Il rispetto degli arbitri verso la Juve Stabia, né più né meno di quanto accade nei confronti di altre squadre. Per le nostre partite vengono sempre designati arbitri inesperti. Il campionato di serie B è molto livellato e le valutazioni su alcuni episodi possono costare punti: alla fine certi errori degli arbitri rischiano di essere decisivi».
Però lei ha protestato con vigore a fine partita.
«E infatti soltanto io avrei dovuto essere squalificato: ammetto le mie colpe, è l’ultima volta che questo accadrà. Mi dispiace per Braglia. Il nostro allenatore è stato squalificato per sei giornate. La motivazione: avrebbe spinto l’arbitro. Vedremo, durante la discussione del ricorso, se è accaduto realmente questo. Mi dispiace per mio figlio, squalificato per aver ingiuriato l’arbitro: non ha mai detto una bestemmia in vita sua».
Poche settimane fa, dopo un errore ai danni della squadra, Braglia disse: «Ci sono arbitri che pensano che questa sia l’Africa». Lei che ne pensa?
«Forse scontiamo un antico retaggio, ma da quando c’è questo assetto societario riceviamo complimenti dai dirigenti delle squadre avversarie e dagli stessi esponenti della Lega, a partire dal presidente Abodi. Il problema è se un arbitro vuole fare il protagonista: ecco, questo non va bene».
Domani c’è Palermo-Juve Stabia: cosa si aspetta dall’arbitro Merchiori, sezione di Ferrara?
«Una direzione regolare, così come dovrebbe sempre esserci. Non ce l’ho con il sistema arbitrale, verso il quale – lo ripeto – ho massima stima, ma devo farmi sentire per difendere la mia città e il mio onore».
Una sola vittoria: cosa succede alla Juve Stabia?
«Escluso il Pescara, non ci sono state squadre che hanno messo sotto la nostra e in giro non vedo formazioni fenomenali. Dobbiamo aspettare che migliorino sotto l’aspetto fisico quei cinque-sei giocatori che non hanno potuto effettuare la preparazione».
Prima dell’inizio del campionato aveva rivolto un appello alla città: è stato recepito, sente vicina Castellammare?
«Nessuno è profeta in patria e poi c’è un problema generale che riguarda il calcio italiano perché vedo vuoti sulle tribune degli stadi anche di importanti squadre di serie A, come il Napoli, mentre in altri Paesi gli impianti sono sempre pieni. Io vado avanti con la passione del vero tifoso, perché sono anzitutto questo, affinché la Juve Stabia non scompaia, non faccia la fine della Fincantieri e delle Terme».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.D.M.
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