Castellammare di Stabia. Rivoluzione? Sì, grazie. Ma come sempre controcorrente. È un fiume in piena Franco Manniello. Il patron della Juve Stabia non ci sta. Si può perdere e persino retrocedere, ma non giocando come a Carpi. Senza cuore, senza attributi: «Questa non è la mia squadra – tuona il dirigente – Da domenica non mi dò pace. Una prestazione come quella a Carpi proprio non la mando giù. Avevamo in programma un allenamento per ieri mattina… ho liquidato tutti già domenica, richiamando anche il pullman sociale». Rivoluzione all’orizzonte, ma non sarà Pea a pagare. Nonostante i risultati negativi, solo due punti in sei partite, il presidente blinda il tecnico: «Andiamo avanti con Pea fino al 30 giugno. Sono deluso dalla squadra».
Sul mercato, dunque, finiscono tutti i calciatori. «Di loro non ne voglio più sapere. Senza voler entrare in questioni tecniche o parlando di valori dei singoli, ritengo di essere stato tradito dagli uomini. Hanno mancato di rispetto alla città ai tifosi e alla società. Possono ritenersi tutti cedibili e liberi di trovare un’altra destinazione. Anzi, sia chiaro a tutti, che questo non è solo un invito. Chi non andrà via e non rientrerà nel progetto tecnico sarà messo fuori rosa. A Castellammare hanno avuto tutto. Una tifoseria che è stata loro vicina, una società che li ha sempre difesi, anche quando non erano difendibili, pagando e ringraziando puntualmente ogni mese. Chi vuole vada via, per molti potrebbe non esserci più spazio».
Attacca la squadra il presidente, senza distinzione di sorta tra vecchi e nuovi, ma non rinnega di avere colpe: «Assolutamente. Sono il presidente, e sono il primo colpevole. Ho sbagliato nell’avallare tutte le operazioni proposte da altri. Ma adesso basta. Questi signori, che ho sempre difeso nella speranza della svolta, devono andare via. Non meritano di indossare questa maglia». Guarda avanti Manniello, mettendo a tacere le voci di un possibile ritorno di Braglia in panchina e punta tutto sul mercato di riparazione: «La salvezza? So benissimo che le speranze sono appese a un lumicino, ma è mio dovere fare qualunque cosa possibile per provarci. A giorni incontrerò lo staff tecnico con il ds Lupo. Non sarà facile muoversi sul mercato. Questa squadra ha fallito tutti gli scontri decisivi nell’ultimo mese. Ora è impossibile parlare di nomi, soprattutto di quelli grossi. Bisogna essere bravi a non sbagliare, puntando su gente che sia disposta a sposare il progetto, ma che soprattutto abbia fame, rabbia e determinazione».
Un mercato in cui la Juve Stabia potrebbe essere rivoltata come un calzino: «Ormai ci danno tutti per spacciati. So bene che servirebbe una grande impresa, dobbiamo provarci. Potremo anche retrocedere, ma voglio farlo con onore. Continuare con questi signori significherebbe andare in Lega Pro a capo chino. E io non ci sto».
Fonte: Il Mattino
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