«Pea lo ho conosciuto nella mia esperienza in Bulgaria, io allenavo la prima squadra, lui era responsabile del settore giovanile: è l’uomo giusto, per la Juve Stabia, per centrare l’obiettivo salvezza». Gigi Simoni, ex tecnico di Napoli e Inter, ci crede. D’altra parte è lui che ha «scoperto» Fulvio Pea. Che, intanto, si è già tuffato nella sua nuova avventura gialloblù con l’entusiasmo di chi non aspettava che la chiamata giusta. Che cosa la ha colpita di Pea? «Ne ho apprezzato sia le qualità umane, perché Fulvio è prima di tutto una persona perbene, poi le doti tecniche e l’entusiasmo che sa trasmettere alle sue squadre. Abbiamo lavorato spesso insieme, con risultati proficui». Già, l’Ancona, il Napoli, il Siena e la Lucchese, prima del passaggio di testimone… «Siamo stati insieme per alcuni anni, ad Ancona abbiamo anche vinto un campionato. Poi, a Lucca, quando decisi di lasciare la panchina per un incarico direttivo, affidai a lui la conduzione della prima squadra. Nel tempo ho sempre cercato di riportarlo con me. Anche quest’anno l’avrei voluto alla Cremonese, ma giustamente ha preferito aspettare una chiamata in serie B». Una definizione di Pea? «Una brava persona e un tecnico preparato. Forse all’inizio gli mancava l’esperienza da calciatore per riuscire a gestire un gruppo a certi livelli. Col tempo è cresciuto, con esperienze, come quelle degli ultimi anni in B, che lo hanno maturato ulteriormente». Pea e Braglia: due caratteri diversi, due modi diversi di approcciarsi al calcio. «Braglia è uno sanguigno, che ha soprattutto tantissima esperienza di categoria. Fulvio è uno concreto, che bada al sodo, che sa quello che vuole. Sono convinto possa far bene in una piazza come quella stabiese». Diversi anche nella concezione tattica. Pea ha dichiarato di sposare il 3-5-2 o il 3-4-3, moduli che ha ereditato da lei? «No, quando abbiamo lavorato insieme giocavamo sempre a quattro dietro con un 4-3-3. Certo, a volte si cambiava in corsa passando a tre in difesa, ma era raro. A Sassuolo ha dimostrato, con la sua organizzazione di gioco, di poter centrare risultati prestigiosi». Alla Juve Stabia trova un organico con elementi come Contini, Lanzaro, Vitale che però, esperienza a parte, fin qui hanno deluso le attese. «Non conosco bene la realtà, ma credo che in queste settimane bisognerà dare il tempo a Pea per capire bene che tipo di squadra ha a disposizione, come trarre il meglio in questo finale di girone di andata. Può essere l’uomo giusto per centrare un obiettivo importante come salvezza. L’augurio va a lui ed alla Juve Stabia». Per una Juve Stabia che sogna la salvezza, un Napoli che, dopo la sconfitta a Dortmund, rimette in discussione il passaggio di turno in Champions, mentre è in difficoltà in campionato. Un suo giudizio sugli azzurri? «Non ho seguito per intero la gara di Champions, ma mi sembra proprio che il rigore del vantaggio tedesco sia stato concesso con troppa facilità. Peccato, in coppa il Napoli ha fatto benissimo, ed ora sarà dura passare il turno. In campionato, invece, sarà protagonista fino alla fine. Un grande organico, un ottimo tecnico, se riuscirà a ritrovare la condizione di inizio anno sarà dura per tutti tenerne il passo. Sono legatissimo a questa piazza, mi auguro di vedere gli azzurri lottare fino alla fine per lo scudetto. La città lo merita».
Fonte: Il Mattino
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