Un derby grigio come la maglia del Chievo diventa il piccolo capolavoro di “Genio” Corini, che azzecca tutto: formazione, sistema di gioco e anche cambi. Parte con un 4-5-1 prudentissimo, pian piano inizia a giocare e trova il gol-derby nel recupero con Lazarevic, entrato nel secondo tempo per Sestu. La partita, brutta, resterà nella piccola storia del Chievo per quello che succede al minuto 92: Lazarevic scambia con Hetemaj e calcia sul primo palo. Gol dopo quasi 450 minuti di astinenza, abbastanza per andare a festeggiare sotto la curva dei 1.700 paganti… ospiti.
IL TIFO — Verona e Chievo non si vedevano da 11 anni, hanno ritrovato la pioggia del 2001 ma non il risultato del primo derby in Serie A: quella volta vinse 3-2 il Verona, che con questa sconfitta rinuncia al quarto posto e alla possibilità di centrare la settima vittoria di fila in casa. Sarebbe stato un piccolo, nuovo primato. Il tifo da derby però è stato velenoso ma non cattivo. Giusto un paio di striscioni dei tifosi dell’Hellas, uno lungo tutta la curva: “Per sentirti accettato le tue origini hai rinnegato. La scala bisogna averla nel cuore, non sopra una maglia dello stesso colore”. Il Chievo, in origine biancoazzurro, ha adottato col tempo il gialloblù e la scala nello stemma, scelta non gradita in città.
GOL ANNULLATO E RIGORE — Il Chievo vince in partenza quando rinuncia al 3-5-2, manda Paloschi in panchina e schiera due linee dietro Thereau: è 4-5-1, con Sestu ed Estigarribia larghi a difendere e supportare il centravanti. Funziona, perché la partita nasce bruttina e vive di episodi. Prima dell’intervallo, uno per il Chievo e uno per il Verona. Al 5’ Thereau gioca una punizione corta per Dramè che crossa per Frey, ma la deviazione-gol è annullata per un fuorigioco che non esiste. Sempre Frey è protagonista nella sua area: su un pallone che sta per scorrere sul fondo tocca con il braccio. Rigore? No, Guida non fischia. I
CAMBI — Mandorlini gira la squadra dopo un’ora giusta. Dentro Martinho e Cacciatore, con Romulo riportato sulla linea dei centrocampisti. Eppure la partita non cambia: Chievo più tosto, Verona più lento. Anzi, è quella di Corini la sostituzione vincente: Sestu, bravo ma stanco, lascia per Lazarevic, che si rivelerà decisivo. Non per caso, le prime due occasioni del secondo tempo sono per i grigi. Thereau spreca la prima gestendo male un contropiede: invece di scaricare su Estigarribia, lanciato in porta, gioca l’uno contro uno e si allunga la palla. Sulla seconda, al 27’, Rafael fa la parata della serata: Lazarevic trova a centro area Radovanovic, che calcia per rubare il tempo alla difesa ma trova il portiere del Verona attento nonostante una deviazione. Sembra finita ma il Chievo non rinuncia ad attaccare: è qui, con la grinta di chi vuole ripartire, che nasce lo 0-1.
Fonte: Gazzetta.it
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