Togni, Zappacosta, Castaldo e Seculin quasi non credono ai loro occhi. Vedono quello spicchio di Juventus Stadium colorato di verde e si mettono a riprenderlo dal campo con i loro cellulari ultima generazione. Loro, i giocatori, non lo sanno ma il 18 dicembre di appena 4 anni fa l’Avellino giocava a Mazara del Vallo, in serie D, dove era precipitato dopo i guai societari. Ma gli altri, i tifosi, invece lo ricordano bene. Benvenuti allo Juventus Stadium, al momento senza dubbio lo stadio più bello d’Italia. La squadra di Rastelli non ha resistito, non è riuscita ad attendere il riscaldamento per mettere piede per la prima volta sul prato dello stadio dei campioni d’Italia. Lo hanno fatto con quasi un’ora e venti minuti di anticipo. Il settore dei tifosi irpini non era ancora stracolmo: lo diventerà verso le 20,30. Un’invasione vera e propria. Annunciata dai primi arrivi in mattinata che ha portato in Piemonte circa 5000 tifosi irpini. Sono arrivati con ogni mezzo: aereo di linea, pullman, automobili, addirittura motociclette. I primi pullman sono partiti dalla Campania a mezzanotte per un viaggetto da 10 ore come minimo. C’è il sold out, ma è solo virtuale. La gara è inserita nel pacchetto abbonamento degli juventini. Ma il tifo bianconero rinuncia all’omaggio: colpa del freddo, certo, ma difficile emozionarsi per la Coppa Italia. E così le curve restano quasi vuote. Compresa quella degli insulti ai napoletani, quella dei Drughi. Vuote questa volta per scelta. E non per squalifica. Eppure, nonostante tutto, il coro anti-Napoli lo hanno tirato fuori:«Noi non siamo napoletani». Quello sul Vesuvio e altra roba del genere se la sono risparmiata. Invece c’è grande simpatia per i verdi irpini: i tifosi dell’Avellino, ai quali sembra un sogno poter vedere la propria squadra giocare allo Juventus Stadium, stendono le loro sciarpe con grande colore, i supporter della Juventus applaudono convinti e intonano un «tornerete in serie A», decisamente benaugurante e distensivo, dedicato agli avellinesi.
Fonte: Il Mattino
