Non è tutto oro ciò che luccica. La terza maglia del Milan – anticipo della prossima stagione – non abbaglia la Roma che esce da San Siro con uno 0-0 che a poco serve in termini di classifica, ma che inguaia il Milan ora a +2 sulla Fiorentina. Se lo avessero detto a Montella dopo la vittoria con il Palermo si sarebbe messo a ridere. Invece i giallorossi, in palla dal 1′ e favoriti dall’espulsione di Muntari al 41’, imitato da Totti al 92′, allungano l’interesse del campionato di 90 minuti, perché se il Milan vuole andare in Champions deve vincere a tutti i costi a Siena.
SUBITO ROMA — Il senso tattico del posticipo lascia un po’ disorientati. Non tanto per il Milan che Allegri propone con l’inossidabile 4-3-3 e il ritrovato tridente Boateng-Balotelli-El Shaarawy, bensì per la Roma perché Andreazzoli risponde con un innovativo 4-2-3-1, dove Perrotta preferito a Pjanic e affiancato a Bradley è l’interno del centrocampo e Osvaldo viene supportato da Totti e Lamela. Modulo in partenza poco decifrabile, poi a conti fatti incisivo e pericoloso. E’ sufficiente la partenza dei giallorossi, nell’area rossonera già dopo una manciata di secondi, con un cross di Dodò dalla linea di fondo assorbito da Abbiati, per delineare la trama della partita. E’ il marchio di fabbrica della partita della Roma, protagonista di un primo tempo offensivo. Al 4’ Marquinho fa scaldare le mani ad Abbiati con un tiro dal limite. Al 15’ Totti sfrutta un errore di Constant, ma spreca con un destro a lato.
RAZZISMO — Un colpo al fianco micidiale che condiziona tatticamente la ripresa del Milan. Ma oltre alla follia di Muntari, la partita al 2’ registra la grave sospensione della gara dell’arbitro Rocchi per gli insulti razzisti degli ultrà della Roma contro Balotelli. Si torna a giocare, ma in clima indecente di offese reciproche tra le tifoserie, interrotto dalla punizione calciata da Balotelli al 13’ e parata in due tempi da Lobont e dai ficcanti contropiede della Roma che con il profilo alto spinge con meno convinzione nonostante la superiorità numerica. Al 26’ Andreazzoli toglie Perrotta per Pjanic, pochi secondo dopo Allegri lancia nella mischia Robinho per El Shaarawy che deve così rimandare i suoi sogni di gloria. Spazio anche a Florenzi che rileva Marquinho, tra i migliori della Roma.
ANCHE TOTTI — La gara scivola tra flebili emozioni, come il guizzo al 31′ di Flamini che impegna Lobont e fa quasi grdidare al miracolo. Ma non è tempo di prodigi. Allegri che bada di più alla siostanza prova a innestare Nocerino (fuori Boateng) nella diga di centrocampo perché la Roma è sul pezzo e sembra avere il gol in canna. Al 36′ tocca a Pazzini e a Destro (fuori Flamini e Osvaldo). Il finale è da sballo pur nella precarietà dei numeri e del gioco, perché il risultato è in bilico. Il Milan ci prova con tutte le forze che ha (poche), la Roma risponde ma con l’acido lattico ai minimi termini, prima con Pjanic al 41′ poi con Lamela che viene steso da Constant in area senza scuotrere più di tanto Rocchi. Ci sono’è la punizione di poco alta di Balotelli e gli interventi decisivi di Abbiati. In più 6 minuti di recupero che allungano la sofferenza. Ambrosini e Nocerino sono mastini ed è inspiegabile come la Roma con lìuomo in più non chiuda la pratica. L’atto finale è l’espulsione di Totti per una gomitata assestata all’amico Mexes. La pagina finale di una partita diventata inguardabile dopo 41′ minuti di bel gioco.
Fonte: gazzetta.it
La Redazione
A.F.
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