La Spagna campione di tutto continua a non far divertire il pubblico, ma a divertirsi ancora meno sono gli avversari. L’Italia perde l’amichevole che Prandelli non avrebbe mai voluto giocare (domanda: chi le organizza lo fa per fare un dispetto al ct?) per colpa di un errore di Buffon che si fa passare sotto il corpo un tiraccio di Pedro al 18’ della ripresa. Bene, diranno quelli che hanno la memoria lunga e che sanno che sarebbe un bel guaio andare in Brasile convinti che tutto funzioni alla perfezione: dal Vicente Calderon, lo stadio dove gioca l’Atletico Madrid, l’Italia esce sconfitta ma non a pezzi. Anzi, con qualche piccola recriminazione: per esempio, per il palo centrato da un esuberante Cerci che, al 5’ del primo tempo, ha cercato di sorprendere Casillas con un pallonetto. Fischi all’inno di Mameli dal pubblico dello stadio di Madrid. Della serie: le cattive abitudini non sono solo italiane. Quando con le squadre schierate in campo sono partite le note dell’inno italiano bordate di fischi sono arrivate da una buona parte dei 25mila spettatori presenti per assistere. La Spagna è tiki-taka a ritmo ridotto, ma anche e soprattutto un muro di granito. Un blocco difensivo insuperabile, che l’Italia senza Balotelli ma con Cerci, Candreva, Osvaldo non ha mai veramente sottoposto alla prova del fuoco. Insomma, la Nazionale piena zeppa di oriundi (Osvaldo, Paletta, Thiago Motta) che affronta una Spagna dove debutta Diego Costa, altro oriundo, se la cava ma non brilla più di tanto. I «napoletani» nella rosa sono quattro: ma giocano soltanto in due. Maggio è l’unico a scendere in campo titolare e non è la sua una delle migliori serate. Uscirà nell’intervallo sostituito da Abete. Albiol, invece, entra nella ripresa al posto di Sergio Ramos e dopo qualche istante rischia l’autogol sfiorando l’incrocio della propria porta alla destra di Valdes. Reina e Insigne non trovano spazio. Ed è un peccato. Chi invece si toglie lo sfizio del debutto, rafforzando il suo sogno di far parte della rosa mondiale è Ciro Immobile: il ragazzo di Torre Annunziata fa il suo esordio in Nazionale al 24’ delle ripresa, prendendo il posto del compagno di squadra Cerci. La partita non regala grandi brividi anche perché la Spagna e l’Italia non sembra che abbiano il fuoco sacro nelle vene: tutti i giocatori in campo hanno nella testa gli impegni con i loro club e quindi la gara è più che altro un allenamento con la preoccupazione di non farsi male. Non c’è da parte dell’Italia alcun sentimento di rivinciata dopo il 4-0 nella finale di Kiev e neppure per la semifinale in Confederation persa ai rigori: «le vendette» sono attese a Rio de Janeiro. Partita bruttina, e Spagna più bella dell’Italia. Era un’amichevole, d’accordo, ma non perdere avrebbe regalato un po’ di fiducia al clan di Prandelli che sfoggia la nuova maglietta: colletto con i bottoncini e l’apertura stile polo, poi il tricolore sulle maniche. La Spagna spariglia l’amichevole con il colpo di Pedro, l’Italia però mostra nel finale un po’ di carattere chiudendo in attacco e sfiorando il pareggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Critico Prandelli a fine partita: «Condizione fisica imbarazzante rispetto alla Spagna, arrivavano sempre loro per primi. Non siamo mai riusciti a fare quello che volevamo, mai recuperato una palla come volevamo. Da qui al Brasile c’è ancora tanto tempo. I migliori? Bene l’esordio di Paletta e bravo anche Cerci». Il presidente federale Giancarlo Abete parla del futuro del ct: «Ancora ne dobbiamo parlare, entro marzo facciamo la verifica. Noi comunque speriamo che rimanga in Figc e con la nazionale il più a lungo a possibile».
Fonte: Il Mattino
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