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L’Italia e il calcio Under: la cultura (distorta) del risultato…

Equilibrio ed equidistanza, elementi difficili da trovare nella valutazione del calcio giovanile nostrano

Non ha la velleita’ di un’analisi . Ma quella di una denuncia preventiva. Che questo paese, calcisticamente intriso di ignoranza e prevenzione, senza dubbio merita. Ricordo solo un mese fa titoli e indagini enfaticamente entusiasti al riguardo ( molto probabilmente sotto dettatura). Ora me ne aspetto altrettanti catastrofistici e pessimisti. Signori, prepariamoci.! Dopo ‘”Italia Under, en plein e ritorno al top” scommetto sul “Flop Italia! Dopo le femminucce (eh si…) fuori anche i maschietti Under 17..”

Non aspettiamoci che qualcuno si addentri in ragionamenti tattici o considerazioni di calcio vero. Chi scrive (poco) su testate di rilievo di calcio Under ha forse meno capacita’ che tempo/passione. La triste realta’ dei fatti ci consegnera’ quindi un messaggio negativo estratto dalle recenti eliminazioni delle Under 17 maschili e femminili agli Europei. Che superficialmente non arriva mai al cuore del problema. E soprattutto , senza l’obiettivita’ di chi sa distinguere il calcio dal pallone, non evidenzierà quello che di buono c’e da salvare in entrambe le esperienze.

Comune denominatore. Ci e’ stata letale la Spagna nella gara decisiva. Che, incidentalmente, qualcosa d importante nelle ultime annate di calcio top, ha saputo centrare. Eppure le ragazze di Rita Guarino hanno fermato una superpotenza (0-0) come la Germania. Paese dove il calcio femminile e’ uno sport vero e non un surrogato sfigato del maschile.

E i ragazzi di Dal Canto, contro Olanda e Spagna stessa, stavano per compiere un impresa calcistica dai riscontri anacronistici.

Episodi che condizioneranno il giudizio? Ma certo, ve lo dico prima. Se la traversa di Pinamonti o la rasoiata di Kean a tu per tu con la porta olandese avessero detto altro, a quota 6, sarebbe stata ancora un “Italia eroica”. Quella che batte Serbia, Tulipani e se la gioca con gli iberici. Nessuno però puo’ o vuole sottolineare che quei due davanti (Kean-Pinamonti) o quello dietro (Plizzari) sono un segnale dell’”essere ” finalmente europei come concezione del far fare esperienza sottoeta’ a chi in futuro puo’ fare la differenza-

O del perche’, coi loro eventuali gol , avremmo giocato la “nostra” gara con gli spagnoli. Quella che probabilmente con un pareggio ci avrebbe qualificato.

Ma soprattutto del motivo per il quale , costretti a fare noi gioco (Dai , smettiamola con la ipocrita rivoluzione culturale sacchiana della razza che deve saper impostare. Se poi in A vediamo gare con 22 stranieri in campo, di che parliamo ??) ci ritroviamo sotto con errori individuali sullo 0-1 e 2-3. Contro chi ? Beh, quelli che ai bimbi di 6 anni insegnano il possesso palla/giocate verticali . SENZA che l’errore sia MAI una connotazione negativa. Al contrario nostro. Criscito, do you remember?

Prima quindi della solita ondivaga e patetica imbeccata al negativo dell’altra corrente, proponiamo una visione obiettiva. Su entrambi i fronti della Under 17 si sono viste COSE MOLTO BUONE. Individualità a parte, abbiamo dalla nostra in chiave Europa una dote indiscussa. Quella del talento naturale. Altre nazioni arrivano li in alto con la sola cultura del lavoro oppure offrendo strutture top già a livello prima educazione scolastica.

Noi siamo il paese dell’azzeccagarbugli , del “fatta la legge (sui vivai) e trovato l’inganno (degli appalti e del convitto tra profughi). Sinceramente, anche come critica e competenza, non ci meritiamo di piu. Chi lo merita di certo sono i Plizzari, Pinamonti, Glionna e Caputo. Ragazzi e ragazze che a testa bassa e con armi fisiche inferiori, hanno provato a tenerci a galla. Cercando di nascondere quella realta’ dei fatti che ci vede con almeno 5 anni di ritardo nel processo di maturazione dei ragazzi (Non a caso, i nostri 91, Florenzi, Zaza, Insigne, Gabbiadini, in chiave Nazionale, stanno arrivandoci ora. A 25 anni. Contro i 22 di media della Germania campione del mondo..)

Ma c’e chi ci spinge sott’acqua. Con messaggi tecnici , sociali e mediatici fuorvianti. Non siamo pippe. Ma nemmeno quei fenomeni che avevate provato a descrivere solo un mese fa. Siete gli stessi che quando l’Italia fa l’en plein in Europa League, nei gironi , titolate che “l ‘Italia e’ tornata”. Senza soffermarvi su quanti italiani effettivi ci fossero complessivamente in campo (non si arrivava a 11…)

L’errore e il risultato unico metro insindacabile di giudizio. Esaltare e stroncare. Senza l’equilibrio e l’equidistanza di una critica costruttiva. Avanti il prossimo. Sperando che non sia la tanto bistrattata Under 19 degli ultimi anni. Che a Luglio, in Germania, prova ad essere l’ultimo baluardo dei flauti di corte. Auguri di cuore all’ omonimo amico “Ulisse” Vanoli.

 

 

Fonte: Paolo Ghisoni per lagiovaneitalia.net

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