Non squagliarsi nel caldo e l’umidità di Fortaleza. L’obiettivo dell’Italia, che giovedì affronterà una Spagna «a luci rosse» dopo quanto venuto fuori dall’indagine di polizia a Recife, è quello di resistere a clima avverso che – insieme con gli infortuni – è l’avversario in più in questa rivincita della finale europea in cui la «Furia» parte nettamente favorita. Il ct spagnolo, Vicente Del Bosque, non sembra avere particolari problemi di formazione, a parte il solito dubbio se far giocare un centravanti o meno e una lieve incertezza sulle condizioni di Fabregas e Soldado. L’Italia deve invece fare di necessità virtù e affidarsi a Gilardino dopo il forfait di Mario Balotelli, le cui condizioni, come ha ufficializzato il medico azzurro, Enrico Castellacci, non ne consentono più l’utilizzo in questo torneo.
Così Supermario lascia il Brasile in anticipo («Per rimandarlo a casa non c’è stata alcuna pressione da parte del Milan», precisa Prandelli) e l’Italia si prepara a sfidare i campioni del mondo e d’Europa facendo i conti con un problema in più, e sperando nel recupero di Pirlo, che secondo Castellacci «lascia ben sperare ma decideremo all’ultimo momento».
«La Spagna è la migliore squadra del mondo e sono 4-5 anni che lo dimostra – dice Prandelli -, è quasi impossibile batterla. Uno vorrebbe non affrontarla mai, ma ci tocca e sono convinto che possiamo metterla in difficoltà: questa sfida dà sempre grandi motivazioni. Senza Balotelli dovremo puntare ancora di più sul collettivo, lo spirito di gruppo e il giusto sviluppo della fase offensiva. Vorrei vedere un’Italia coraggiosa come quella del secondo tempo contro il Brasile».
Proprio il ko contro la Seleçao ha spedito l’Italia nella fornace di Fortaleza e per questo Prandelli sottolinea che «bisogna ragionare sulle condizioni atletiche e mentali. La Confederations è un torneo molto bello perchè ti confronti con il mondo, però andrebbe gestito meglio: ogni squadra dovrebbe avere parità di trattamento, invece ti fanno giocare tre partite in sei giorni ed è una cosa impensabile. Ecco perchè poi ci sono così tanti infortuni. Ma almeno questa è un’esperienza che, facendo gli scongiuri, ci servirà moltissimo per il Mondiale, al quale dovremo arrivare con 23 atleti, non solo giocatori, ai quali bisognerà dare il tempo di prepararsi. Se arrivi con il serbatoio vuoto, qui vedete come tutto diventa difficile».
Il problema principale rimane la Spagna e il suo gioco avvolgente che rischia di travolgere una difesa azzurra che in questo torneo ha già incassato otto reti. «Quattro erano irregolari – ribatte il ct -, quindi scendiamo a 4. Io penso piuttosto agli 8 gol che abbiamo segnato noi, anche se uno non c’era (Prandelli si riferisce al rigore assegnato all’Italia conto il Giappone, ndr). Dobbiamo metterci in testa che contro la Spagna sarà una partita di sofferenza, che il loro possesso di palla sarà superiore al nostro e che gli spagnoli sono fenomeni che possono far fronte a qualsiasi tipo di tranello delle squadre avversarie. Loro sono bravi a tenere palla e ad attaccare, noi dovremo cercare di farli correre il più possibile».
Rispetto alla vigilia della finale europea di Kiev l’Italia come arriva a questa sfida? «La Spagna sta molto meglio – ammette Prandelli -, vista anche la facilità con cui ha passato il girone e poi ha consolidato il gioco. Ha un’identità precisa e i favoriti sono senza dubbio loro, ma noi siamo curiosi di affrontarli. Dobbiamo arrivare come punti di riferimento l’Europeo e i Mondiali, in cui in ogni match tu avrai 4 palle gol ma devi crearne almeno sei o sette. Il calcio del futuro e questo, e non il campionato italiano. Il ko di Balotelli? Bisogna prendere le cose con lo spirito giusto, stiamo lavorando in modo serio e siamo in semifinale, dobbiamo renderci che è comunque una posizione di privilegio».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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