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Immobile a 360°: “Dortmund scelta migliore per la mia carriera. Sul Mondiale disastroso facciamo un po’ di mea culpa”

Immobile, cosa ricorda del suo esordio in Nazionale contro la Spagna, il 5 marzo scorso?
«Ero in un buon momento di forma ed ero felice, ma l’emozione più grande l’ho provata con l’esordio da titolare: prima l’amichevole con la Fluminense, poi l’Uruguay in quella maledetta partita in Brasile. Sentire l’inno dal campo è il sogno di ogni bambino che comincia a giocare a calcio».
Che tipo di allenatore è Antonio Conte?
«Un martello, un perfezionista che non lascia nulla al caso. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui a Siena e vi assicuro che pretende il massimo da tutti, dalla stella della squadra al magazziniere».
In Nazionale lo ha ritrovato cambiato?
«No e, anche se ha meno tempo per curare alcuni dettagli, sfrutta alla perfezione quei pochi giorni che ci vediamo».
Che giudizio dà delle prime 4 partite di Conte da ct?
«Per lui parlano i risultati (4 successi su 4, ndr), ma non bisogna sedersi. Magari con l’Europeo allargato qualificarci sarà più semplice rispetto al passato, ma l’Italia dopo l’ultimo Mondiale deve dimostrare di avere fame di vittorie sempre. Possiamo fare di più rispetto alle ultime due gare, ma la strada è quella giusta».
E’ giusto dire che con Zaza, Immobile, Balotelli, Destro, Gabbiadini, Insigne, Berardi, Bernardeschi e Okaka l’attacco dell’Italia è a posto per tanti anni?
«Abbiamo tutti caratteristiche diverse. Mi piace pensare che questi ragazzi abbiano lavorato tantissimo per arrivare dove sono adesso. Se l’Italia è a posto non lo so, ma tutti noi abbiamo grandi margini di miglioramento. E chissà che non venga fuori qualche altro nome… Chi l’avrebbe detto un anno fa che io, Zaza e Destro saremmo stati in azzurro?»
Che differenze vede dall’era Prandelli a quella di Conte?
«L’era Prandelli, di fatto, l’ho vissuta solo nell’ultimo mese e non posso giudicare 4 anni di lavoro. Prandelli è una persona seria e competente, che raramente alza la voce».
Cosa è successo secondo lei in Brasile? Si è parlato di frattura nello spogliatoio tra giovani e anziani…
«Dopo la prima vittoria ci siamo un po’ persi. Probabilmente, anche se ce lo avevano detto, nessuno di noi si aspettava quel clima e ci siamo innervositi. Io stesso, che faccio della corsa il mio gioco, andavo meno forte del solito e non so spiegarmi il perché».
L’Italia può essere protagonista a Euro 2016 e riscattare un Mondiale deludente?
«Di sicuro, ma bisogna partire determinati e convinti di poter vincere contro chiunque. Siamo l’Italia e l’obiettivo deve essere sempre un posto nelle prime quattro».
Cosa pensa di Balotelli?
«Mario è un ragazzo divertente e non ho mai avuto problemi con lui. Come giocatore ha molto talento: non per niente, anche se siamo coetanei, lui ha molte più presenze di me in Nazionale. Sono convinto che farà bene al Liverpool».
Immobile, Balotelli, Cerci e Verratti giocano tutti all’estero. E’ una sconfitta per il calcio italiano e un “arricchimento” per la Nazionale?
«E’ un arricchimento perché non é che all’estero giochiamo… in serie B: siamo tutti in grandi club, con strutture professionistiche di eccellenza alle spalle. E in Champions facciamo l’esperienza che in azzurro servirà: all’ultimo Mondiale nel nostro gruppo pochi avevano esperienze nelle coppe europee».
Ha visto Juventus-Roma? Che idea si è fatto di quello che è successo?
«Non ho visto la partita perché ero in viaggio. Parlando in generale e non del singolo caso, dico che gli errori dell’arbitro fanno arrabbiare ma ci stanno. Noi calciatori dobbiamo essere bravi a reagire, a non farci innervosire. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei tifosi e dobbiamo essere d’esempio. Tanto alla fine, che uno protesti o no, la decisione rimane la stessa».
In Germania ci sono partite tese come Juventus-Roma?
«Il derby Schalke-Borussia è stato incredibile come atmosfera e la rivalità è ben peggiore di quelle italiane: cori, qualche insulto, ma nessun poliziotto dentro lo stadio e nessun incidente».
Chi vincerà lo scudetto?
«Juve e Roma hanno qualcosa in più: mi piacciono perché entrambe hanno tanti giocatori italiani in rosa».
La Juventus ha fatto bene a puntare su Allegri per sostituire Conte?
«Non ho mai lavorato con Allegri, ma penso di sì. In Italia non è che ci siano tanti allenatori che hanno vinto uno scudetto. Anzi, non vorrei dire cretinate ma mi pare che Allegri sia l’unico di tutti e 20 i tecnici della A ad averlo conquistato».
L’ha impressionata l’inizio di stagione di Totti che adesso è il giocatore più anziano ad aver segnato in Champions League?
«Totti è un esempio per ogni giocatore: per essere ancora decisivo a quell’età non ci vuole solo talento, ma anche lavoro. Tanto lavoro».
A parte Juventus e Roma, quale squadra di A l’ha impressionata di più in questo inizio di stagione?
«L’Empoli perché dà spazio ai giovani italiani».
Da capocannoniere uscente del campionato, chi sarà il nuovo re dei bomber della Serie A?
«Spero Higuain o Tevez perché li ho al fantacalcio (ride, ndr)».
Immobile può vincere il titolo di capocannoniere anche in Bundesliga?
«Sono partito un po’ a rilento, ma con un bel “filotto” potrei riuscirci, perché no?».
Come mai ha accettato l’offerta del Borussia Dortmund?
«Per me era la soluzione migliore: volevo fare un’esperienza all’estero e in Champions. Poi i tifosi: mi avevano detto che sostenevano sempre la squadra, ma non pensavo così!».
Perché la Juventus non ha scommesso su di lei?
«Alla Juve sarò sempre grato per avermi cresciuto e per avermi lasciato andare quando abbiamo avuto esigenze diverse».
Se avesse avuto un cognome straniero, sarebbe andata allo stesso modo?
«Se mi fossi chiamato Immobile, sarebbe successa la stessa cosa. Ora sono felice».
Come giudica i suoi primi 3 mesi a Dortmund?
«Sul piano personale sono abbastanza soddisfatto anche se so di poter dare di più. La squadra però deve chiaramente migliorare la sua posizione in classifica in campionato».
Cosa ha provato dopo aver segnato il suo primo gol con il Borussia?
«La mia prima rete in Champions (contro l’Arsenal, ndr) è stata bellissima: correvo, correvo e ogni metro pensavo “adesso arrivo fino in porta”, ma i metri da fare erano 50… Bella anche quella con lo Stoccarda, la prima sotto la Sud Tribune».
Cosa si aspetta da questa avventura al Borussia Dortmund?
«Di fare esperienza in campo internazionale e di vincere qualche titolo con la squadra».
Quanto è diversa la Bundesliga dalla Serie A?
«E’ diversa. In teoria in Germania ci sono più spazi perché c’è meno tattica, ma per noi finora non è stato così. Purtroppo…».
Perché il Borussia sta avendo così tante difficoltà in campionato?
«Abbiamo tanti infortunati: Reus, Mkhitaryan, Sahin, Gundogan e Blaszczykowski più Hummels che è tornato da poco. Non è facile fare a meno di tanti campioni».
Che tipo di allenatore è Klopp? Lo paragonerebbe a qualcuno dei suoi ex tecnici?
«Fa lavorare tantissimo in allenamento, come Zeman, ma niente paragoni».
Visto dalla tv, Klopp sembra molto simpatico. Com’è come persona?
«Sa sorridere ed essere informale, ma vi assicuro che è molto esigente e che non risparmia “strigliate”».
Le manca qualcosa dell’Italia?
«Per il momento nulla, ma devo dire che sono stato fortunato con il meteo. L’altro giorno c’erano ancora il sole e 20 gradi. Forse ho portato io il caldo dall’Italia (ride, ndr). Temo un po’ l’autunno e l’inverno…».
Come va con il tedesco?
«Sto cominciando a farmi capire, ma ci vorrà del tempo».
Qual è il complimento più bello che le hanno fatto da quando è in Germania?
«Che sono un lottatore».
Come vede dall’estero la crisi del calcio italiano?
«Come dicevo prima, servono serenità e coraggio ed è necessario imparare dagli errori, rimboccarsi le maniche e magari prendere qualche modello estero come riferimento».
Parla ancora con i suoi ex compagni del Torino?
«Con quelli che trovo in Nazionale e con Padelli. Quando posso guardo le partite perché in Italia tifo per il Toro. Sono rimasto legato ai ragazzi e mi spiace abbiano avuto un inizio poco brillante, ma si riprenderanno. Giocare su due fronti non è semplicissimo».
Come si vive a Dortmund?
«Vivo a Unna, vicino ai campi di allenamento. La città è carina, molto tranquilla e adatta alla mia bambina, Michela».
Ha già trovato qualche tifoso italiano?
«Ci sono alcuni italiani, soprattutto i gestori dei ristoranti dove vado a mangiare. Sono simpatici».
Cosa fa nel suo tempo libero?
«Non ne ho molto tempo perché ci alleniamo tanto e in genere sto parecchio con la mia famiglia: ho preso una casa grande e a turno c’è sempre qualche parente mio o di Jessica (la moglie, ndr) a farmi compagnia».
Fonte: Corriere dello Sport
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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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