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Il Brasile vince la Confederations Cup. Spagna asfaltata 3-0

I padroni di casa si aggiudicano la finale dei sogni. I maestri spagnoli annientati e rispediti a casa

LA FINALE DEI SOGNI– Rio de Janeiro, Maracanã. Brasile e Spagna si affrontano per contendersi la Confederations Cup 2013. A final dos sonhos, la finale dei sogni, quella che tutti si aspettavano e che, appunto, tutti sognavano: i padroni di casa obbligati a vincere, stasera come il prossimo anno, contro i campioni di tutto desiderosi di aggiungere alla propria bacheca l’ultimo trofeo non ancora alzato al cielo. Il leggendario stadio brasiliano è lo scenario designato per la sfida tra i campioni carioca e quelli iberici, con buona speranza per Scolari e Del Bosque di trovarsi qui anche il prossimo anno, quando la posta in palio sarà ben altra.

INIZIO COL BOTTO- Pronti, via. Dopo appena due minuti il Brasile passa: Fred trafigge Casillas ribadendo in rete una carambola impazzita. Il centravanti verdeoro manda in visibilio i sessantamila del Maracanã; quello che era considerato l’anello debole della formazione di Scolari mette dentro il quarto centro personale in questa Confederations. Il gol a freddo spezza le gambe alla Spagna. I campioni del mondo non riescono a costruire la consueta ragnatela di passaggi perché troppo impegnati a cercare di contenere le continue incursioni dei tre trequartisti brasiliani. Ottimo l’inizio di Marcelo; il terzino del Real Madrid è una vera e propria spina ne fianco, spinge spesso e costringe la difesa iberica ad allargarsi. Le furie rosse si accendono d’un tratto al 40esimo minuto grazie ad un gran giocata di Torres che lancia in profondità Mata, il trequartista del Chelsea serve Pedro che conclude a rete. Solo un provvidenziale salvataggio sulla linea di porta di David Luiz consente ai suoi di mantenere il goal di vantaggio. Passano appena tre minuti ed il Brasile raddoppia: una combinazione nello stretto tra Oscar e Neymar consente al neo attaccante del Barcellona di liberarsi e di superare Casillas per la seconda volta.

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA- Gli spettatori in visibilio sugli spalti del Maracanã stridono con quanto succede all’esterno dello stadio carioca. Migliaia di persone protestano contro il governo brasiliano reo di aver fatto ricadere sui cittadini le folli spese affrontate per organizzare questa Confederations, il Mondiale del prossimo anno e l’Olimpiade del 2016. Si registrano scontri tra le forze dell’ordine e manifestanti con diversi feriti tra quest’ultimi.

LA RIPRESA- Il secondo tempo inizia allo stesso modo della prima frazione di gioco. Meno di due minuti ed il Brasile passa ancora. È Fred a segnare con un preciso diagonale rasoterra da fuori area; Casillas raccoglie il pallone dal fondo del sacco per la terza volta. La Spagna è tramortita. I padroni di casa impressionano per velocità ed aggressività, Scolari ha preparato al meglio la partita indicando ai suoi di lanciare lungo a saltare il centrocampo onde evitare di far circolare il pallone laddove gli avversari sono più forti. Xavi ed Iniesta completamente fuori partita, mai si sono visti i due campioni del Barça giocare così male. Non è giornata per la Roja e lo si vede ancor di più al minuto 54, quando Sergio Ramos fallisce il rigore conquistato da Jesus Navas impedendo ai suoi di accorciare le distanza e farsi sotto. Ma al peggio non c’è limite e, una decina di minuti dopo, la Spagna resta in dieci uomini dopo l’espulsione di Piqué. Il difensore catalano è costretto ad abbandonare il campo dopo aver atterrato Neymar in fuga solitaria verso la porta. Con l’uomo in meno, i ragazzi di Del Bosque fanno ancora più fatica. Il Brasile non dà cenni di cedimento o di deconcentrazione. All’85esimo Villa, subentrato a Torres, cerca il goal della bandiera spagnolo; la bella conclusione a giro del Guaje viene salvata alla grande da Julio Cesar, il cui intervento fa urlare di gioia il Maracanã. Il triplice fischio finale sancisce la vittoria del Brasile che si aggiudica la terza Confederations Cup consecutiva. La Spagna perde la sua imbattibilità che durava dal giugno del 2010.

A cura di Luigi De Magistris

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