Una sentenza senza precedenti, destinata a fare storia nell’ordinamento giudiziario sportivo. La Commissione Disciplinare, presieduta da Sergio Artico, ha deciso per l’esclusione immediata della Nocerina dal campionato, per i fatti del derby di Salerno del 10 novembre. Mano pesante per il club, per i dirigenti, i tecnici e il medico sociale; provvedimenti contraddittori, invece, hanno riguardato i calciatori. Il presidente Benevento, il direttore generale Pavarese, il tecnico Fontana, il vice Fusco e il medico sociale Rosati sono stati fermati per 3 anni e 6 mesi, pena minima prevista per l’illecito sportivo. Un anno di squalifica per i 5 calciatori usciti dal campo per infortunio: Danti, Hottor, Kostadinovic, Lepore e Remedi. Prosciolti da ogni addebito, infine, i 6 atleti protagonisti delle sostituzioni al 1’ del primo tempo: Evacuo, Ficarrotta, Polichetti, Cremaschi, Jara Martinez e Malcore. La Disciplinare aveva accolto l’istanza preliminare del collegio difensivo di Citarella, ex amministratore unico, all’epoca detenuto presso il carcere di Sala Consilina per procedimenti giudiziari: posizione stralciata e impossibilità di procedere contro la società per responsabilità diretta. Ai deferiti la Procura Federale ha mosso l’accusa di aver architettato un piano volto a far collimare due esigenze: non perdere le contribuzioni federali (eventualità prevista in caso di rinuncia alla gara) e assecondare la volontà dei tifosi, che avrebbero indirizzato forti minacce ai tesserati in caso di disputa della partita. Vicenda ingarbugliata, che ha prodotto una sentenza contorta, secondo quanto afferma l’avvocato Luciano Ruggiero Malagnini, componente del collegio difensivo del club: «Ci sono punti decisivi che non sono corredati da motivazioni pregnanti. In primis, ci sono insoliti distinguo sulle sanzioni, differenti tra dirigenti e tecnici, calciatori infortunati e calciatori protagonisti delle sostituzioni. In particolare, se davvero ci fosse stato questo disegno preordinato, per quale motivo i calciatori sostituiti e subentrati sono stati considerati fuori da questo piano? Ancora – aggiunge Malagnini – se viene accolta l’accusa di illecito per i 5 atleti infortunati, per quale motivo non è stata comminata anche a questi la pena minima di 3 anni e 6 mesi?». Sui 6 proscioglimenti, la Disciplinare argomenta citando la disciplina laburistica, con l’art. 2104 del codice civile e le regole che si rifanno, nell’ordinamento sportivo, all’Accordo Collettivo di Lega Pro. Risulta poi “sui generis” l’argomentazione riguardante il centrocampista Remedi, per il quale la Disciplinare ha ravvisato «la volontà di realizzare l’evento infortunio»; in termini spicci, il calciatore avrebbe fatto di tutto per farsi male. «Entro lunedì impugneremo la sentenza davanti alla Corte di Giustizia Federale, perché non si sono mai avute sanzioni simili contro una società, nemmeno per accuse molto più gravi», afferma l’avvocato Gaetano Aita, altro componente del pool di legali della Nocerina. Entro la prima decade di febbraio dovrebbe arrivare la sentenza di secondo grado. Fiduciosi i difensori, abbottonatissimo invece Mario Macalli, presidente della Lega Pro, che si limita ad affermare che «le decisioni della Disciplinare vanno immediatamente applicate. Ma mi auguro che la Nocerina possa presto riprendersi, anche con un nuovo assetto societario».
Fonte: Il Mattino dopo
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