Fiato sospeso in casa Nocerina. Ieri s’è concluso a Roma il dibattimento davanti alla Commissione Disciplinare. L’avvocato Sergio Artico a presiedere, affiancato da Massimo Lotti, Arturo Perugini, Gianfranco Tobia e Franco Matera. Tra i banchi dell’accusa, il sostituto Carlo Loli Piccolomini fa le veci del procuratore federale Stefano Palazzi, chiamato ad altri impegni. Ieri era il turno delle ultime quattro arringhe difensive, che hanno riguardato le posizioni del medico sociale rossonero Giovanni Rosati (difeso dall’avvocato Luisa Delle Donne), dell’ormai ex presidente Gino Benevento (avvocato Gaetano Aita), del direttore generale Gigi Pavarese (avvocato Luciano Ruggiero Malagnini) e della società Asg Nocerina (avvocati Chiacchio, Aita e Malagnini). Giornata convulsa, densa di colpi di scena. Il più importante riguarda l’eccezione mossa dai legali della società: già martedì avevano avanzato l’istanza di stralcio della posizione della Nocerina, in merito alla presunta responsabilità diretta nell’illecito sportivo alla base dell’impianto accusatorio della Procura federale. In un primo momento, la Disciplinare aveva respinto l’istanza, dando luogo a procedere anche in presenza di stralcio della posizione di Giovanni Citarella, all’epoca dei fatti unico legale rappresentante del club. Ieri, invece, al termine dell’intervento dell’avvocato Chiacchio, il presidente della commissione Artico ha chiesto ai legali del club una memoria aggiuntiva, utile ad esplicare l’esatta posizione di Benevento all’epoca dei fatti. Il nodo potrebbe diventare cardine fondamentale per l’esito del processo di primo grado. Il 10 novembre scorso, infatti, nella documentazione federale Benevento non figurava ancora come presidente, dunque un suo eventuale comportamento illecito non farebbe comunque scattare la responsabilità diretta della società. Su questo hanno insistito gli avvocati difensori. «Siamo arrivati ai tecnicismi giuridici di un certo livello – ha spiegato l’avvocato Chiacchio – pur di salvare la società. Ho ragione di pensare che dovremmo essere riusciti, in questa tornata, ad evitare che si arrivi ad una condanna della Nocerina per responsabilità, visto lo stralcio della posizione di Citarella. Bisogna estraniarsi dalla volontà mediatica. Quella fatta dal procuratore Palazzi è, di fatto, una richiesta di radiazione. È inutile nascondersi». Il castello accusatorio è pesantissimo, ma a Chiacchio fa eco l’avvocato Aita: «Il giudice sportivo, due giorni dopo la partita, è andato oltre le proprie competenze, parlando già di illecito sportivo. La Procura è stata quindi obbligata a procedere su quella strada indebitamente tracciata». Nello specifico, sulla posizione dell’ex presidente Benevento, l’avvocato Aita è stato categorico: «Manca il raccordo tra coloro che, secondo quanto scritto dalla Procura, avrebbero confabulato prima della partita e gli autori di quanto avvenuto in campo. Non c’è alcun anello di congiunzione e nessuno ci dà prova dell’incontro delle volontà».
Fonte: Il Mattino
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