«La Pro Sesto non discrimina. Faremo entrare gratis allo stadio chi è nato da Roma in giù». Il presidente della Pro Sesto, Salvo Zangari, esprime «grande amarezza, delusione e sconcerto» per il provvedimento che ha colpito il club lombardo.
La società di Sesto San Giovanni, che milita in serie D e che quest’anno celebra il centenario, è la prima squadra di calcio a subire una penalizzazione in termini di punti in classifica per discriminazione territoriale.
Il giudice sportivo ha comminato 1 punto di penalizzazione, 2.000 euro di multa e la chiusura della curva per cori e striscione di discriminazione territoriale contro i napoletani nel match contro il Pontisola.
«Partiamo da un concetto che sgomberi subito il campo da ogni equivoco: io non giustifico niente e nessuno», dice Zangari, dal sito del club, prima della trasferta di Piacenza, dove la Pro Sesto giocherà domani con il lutto al braccio per onorare la memoria di Nelson Mandela. «Questi cori e quello striscione sono da condannare senza “se” e senza “ma”. Lo affermo in maniera inequivocabile: gli sforzi societari e quelli sportivi dei giocatori che scendono in campo non tollerano il non rispetto delle persone sia esso di diverso colore che di diversa collocazione geografica», prosegue il presidente.
«Una presa di distanza, la mia, che diventa ancora più netta se si considera che il sottoscritto è nato a Palermo ed è fiero e orgoglioso delle sue origini meridionali e se si pensa che a Sesto San Giovanni la popolazione è composta per l’80% da immigrati del sud, buona parte dei quali provenienti proprio da Napoli e dalla Campania», afferma ancora.
«Tutti i nostri tifosi che partecipano allo spettacolo della nostra Prima Squadra sanno molto bene che esistono delle norme del Codice di Giustizia Sportiva e noi, ogni partita, le ricordiamo attraverso lo speaker. Chi non le segue danneggia non solo la Società, ma anche gli altri tifosi che ogni volta si stringono intorno alla Pro Sesto. E da qui nasce la mia amarezza, la mia delusione il mio sconcerto», ribadisce.
«Che colpa può avere la Pro Sesto, il presidente Zangari e chi, come me in società, destina (senza alcun tipo di ritorno) migliaia di euro ogni anno per garantire una gestione corretta di un club che ‘fa fare calciò a oltre 350 ragazzi e rappresenta una città, come Sesto San Giovanni, di quasi 85.000 abitanti, se una ventina di persone, che pagano regolarmente il biglietto, non rispettano la legge?», si domanda Zangari.
«Non trovo giusto che venga colpito chi, senza alcuna responsabilità, compie grandi sacrifici per vincere una partita, educare bambini con lo sport e portare alta la bandiera di una comunità. Credo si sia arrivati a un punto di non ritorno: io non ci riconosco in questo calcio. Quindi alla fine dell’attuale stagione passerò la mano e uscirò di scena -afferma ancora-. È chiaro che la Pro Sesto presenterà ricorso per cercare di farsi restituire ciò che con sudore e impagabile passione avevamo conquistato sul campo».
Fonte: Il Mattino
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