Da peones a campeones. Danilo D’Ambrosio fu il primo giocatore della rivoluzione granata dell’inverno 2010, quando un’intera squadra venne rifatta con calciatori sconosciuti, ed è stato l’ultimo a restare. Conquistando la serie A ed ora sognando la Nazionale azzurra. Il suo futuro è in bilico, visto che il contratto scade a giugno 2014, ma resta una risorsa imprescindibile per la squadra di Ventura. E in un’intervista esclusiva a La Stampa racconta il suo percorso, i suoi sogni e soprattutto la voglia di lottare per la sua Campania. Per quella “Terra dei Fuochi” in lotta per un futuro diverso.
Danilo D’Ambrosio, quando la prese il Torino lei non era neanche sull’album delle figurine Panini. Ora indosserà la fascia di capitano in serie A contro l’Inter. Ogni tanto si stupisce ancora?
«Ho fatto coincidere il sogno con la realtà, ma il sapore è cambiato rispetto a quando sono arrivato. Anche se io voglio mantenere intatta la voglia di scoprire e stupirsi».
Che effetto fa essere il senatore del Toro?
«È una responsabilità in più, ma non sono un gradino più alto dei miei compagni. Qui c’è un gruppo in cui tutti sono capitani».
Qual è il prossimo desiderio da esaudire?
«Vedere rifiorire i terreni della mia Campania e sentire il profumo che c’era tanti anni fa».
È pronta la maglietta per la sua Caivano?
«Sì. Spero di segnare all’Inter per mostrarla e dedicare il gol alla Terra dei Fuochi, dove si muore un giorno sì e pure l’altro. Questo è un problema che però tocca tutta l’Italia».
Fonte: La Stampa
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