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Calcioscommesse, il pm Di Martino: “Questi personaggi continuano a condizionare i campionati”

I quattro arrestati sono una sorta di mediatori, prendevano i risultati da giocatori e dirigenti e li rivendevano al mercato nero delle scommesse

Hanno continuato sino all’ultima partita dello scorso campionato, in serie A e in serie B. Novanta gare complessive, una dozzina in serie A, comprese quelle di Juventus, Inter e Milan finora escluse dall’inchiesta. Una sarebbe Palermo-Inter 1-0 dello scorso anno. Inoltre risultano indagati l’ex milanista Gennaro Gattuso, anche perquisito, e l’ex laziale Cristian Brocchi, che ha giocato anche con le maglie di Inter, Milan, Fiorentina e Verona e attualmente è allenatore nelle giovanili rossonere: l’accusa nei loro confronti è associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Andrea Grassi, direttore della divisione operativa del Servizio centrale operativo della polizia (Sco), ha aggiunto che “con l’operazione di oggi salgono a 120 gli indagati e 54 gli arrestati dalla fine del 2010. E’ questo il bilancio di tre anni di lavoro: un lavoro che non si è mai fermato e che dimostra che il fenomeno non è sopito”.

“Sono arrabbiato e offeso”. Così Gattuso parla del suo coinvolgimento in un’intervista a Sportmediaset. L’ex rossonero dice: “Sono sereno e vado a chiarire tutto. Non voglio avere macchie sulla mia carriera. Non ho mai scommesso in vita mia”. “Reazione di grande sorpresa, il ragazzo è estraneo, è stato un fulmine a ciel sereno”, ha detto invece il procuratore di Brocchi, Davide Lippi.

Oltre a Gattuso e Brocchi, sono finiti sul registro degli indagati Claudio Bellucci, ex giocatore di Modena, Napoli, Bologna e Sampdoria, attualmente allenatore giovanile; Davide Bombardini, ex di Roma, Bologna, Atalanta e Albinoleffe; Leonardo Colucci, ex di Modena e Bologna attualmente allenatore giovanile; Lorenzo D’Anna, ex del Chievo oggi allenatore giovanile; Nicola Mingazzini, ex di Bologna e Albinoleffe, attualmente al Pisa; Claudio Terzi, giocatore del Siena; Samuele Olivi, ex di Salernitana, Piacenza e Pescara oggi al Grosseto; Fabrizio Grillo, giocatore del Siena.

Il procuratore di Cremona Di Martino, nel corso della conferenza stampa nella quale l’operazione è stata illustrata, ha spiegato che “siamo di fronte a un dato di fatto chiaro e cioè che nonostante gli arresti e le indagini buona parte di questi personaggi continuano a fare quello che facevano prima”. Il gip Guido Salvini, nell’ordinanza che ha portato agli arresti, spiega che “la gravità, l’importanza, il numero degli episodi a loro contestati, ne evidenzia la pericolosità e cioè che vi è il concreto pericolo che contribuiscano ad ulteriori manipolazioni dei campionati in corso”. “I loro nomi – spiega – non sono mai emersi sui mezzi di informazione e pertanto possono essere convinti di non correre rischi di coinvolgimento”. L’inchiesta si avvia ora all’epilogo: “Non può andare all’infinito – ha detto Di Martino – il tempo necessario per aver i risultati dell’incidente probatorio. Cercherò di colmare le lacune che ci sono ancora e depositerò gli atti. Tutta la vicenda si esaurirà nel 2014”

E’ così che, quasi tre anni dopo l’inizio dello scandalo, un’organizzazione criminale continuava a truccare le partite del calcio italiano. Stanotte i poliziotti del Servizio centrale operativo di Roma e gli uomini della squadra Mobile di Cremona hanno portato in carcere quattro persone: sono Salvatore Spadaro, Francesco Bazzani, Cosimo Ricci e Fabio Quadri. Nomi sconosciuti ai tifosi ma che i protagonisti del mondo del calcio conoscono benissimo.

Spadaro e Bazzani sono infatti i “mister X” e “mister Y” dei quali si è parlato per mesi nei giornali: rappresentano, dice il gip Guido Salvini che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, l’anello di collegamento tra le società e i gruppi di scommettitori. Al gruppo viene contestata la manipolazione di 90 partite, tra A, B e Lega Pro, a partire dal 2009. In tutto “sono circa una trentina le partite di Serie A” coinvolte, ha detto il procuratore Di Martino, che ha poi spiegato: “Gli arrestati offrivano pacchetti di partite che venivano rivelate all’ultimo momento”. Se la proposta veniva accettata il dirigente della squadra coinvolto nella frode “dava il via libera ai calciatori che solo in questo caso potevano lucrare sulla partita truccata”.
La cifra che Bazzani e Spadaro avrebbero chiesto per poter influire sulle partite è di 600-700 mila euro. “La cifra – ha spiegato Di Martino – comprendeva il compenso per l’intermediazione e il denaro che serviva per oliare dirigenti e calciatori”. E’ di questa cifra che alcuni indagati parlano in intercettazioni telefoniche e che è riportata anche da alcuni testi. Il ‘Civ’ “parla di sei giocatori a cui sarebbero stati dati 25 mila euro a testa per una partita. All’allenatore sarebbero stati dati 70 mila euro”. Di Martino ha però precisato che non è stato possibile capire quale sia con esattezza la partita interessata, anche se “riteniamo – ha spiegato – che queste cifre possano essere riferibili anche alle partite di serie A”.

Cinquantatre le partite dello scorso campionato (di tutte le categorie) finite sotto inchiesta perché manipolate o comunque perché il gruppo – secondo l’accusa – avrebbe provato a truccare. Quattro sono quelle di serie A: Palermo-Inter del 28 aprile del 2013 e vinta dai siciliani 1-0; Parma-Atalanta del 5 maggio vinta 2-0 dagli emiliani e il 2-3 tra Pescara e Siena dell’aprile scorso. Sospetti anche su Palermo-Bologna. Ma la Procura, grazie al nuovo lavoro dei poliziotti dello Sco e un lungo incrocio tra dichiarazioni testimoniali, intercettazioni e tabulati telefonici contesta all’associazione la manipolazione di altre partite degli ultimi due campionati sin qui rimaste fuori dall’inchiesta: nel 2011 ci sono per esempio Milan-Lazio (0-0), Chievo-Napoli (2-0), Chievo-Milan, Milan-Bari (1-1), Lazio-Juventus (0-1), Udinese-Lazio (2-1), Milan-Cagliari (4-1) e ancora sempre nello stesso anno Inter-Lecce, Juventus-Brescia, Juventus-Chievo e Inter-Chievo. Come ha raccontato a verbale il dirigente di una delle agenzie di scommesse, dopo lo scandalo nell’estate del 2011, il 2012 è stato l’anno della calma, tanto che non sono state registrate puntate anomale. A maggio dello scorso anno, poi, è ripreso invece il mercato.

Con due degli arrestati erano in contatto Brocchi e Gattuso. In particolare Bazzani, detto ‘Civ’, in un’occasione si era introdotto nel centro sportivo di Milanello, dove si allena il Milan, e aveva inviato messaggi allo stesso Gattuso, oltre che a Brocchi e Mauri. E’ accaduto nel febbraio del 2012 quando si erano svolte partite di Milan, Lazio e Juventus sulle quali Bazzani avrebbe cercato di influire. Nell’ordinanza il gip Salvicini scrive che tra le utenze di Brocchi, all’epoca nella Lazio, e di Bazzani, “sono emersi 110 contatti”. Che, scrive il giudice, “vanno dal 22 gennaio 2011 e si protraggono fino al mese di maggio. Tra i più significativi – annota Salvini – quelli che precedono la partita Bologna – Lazio del 23 gennaio 2011, terminata col punteggio di 3 a 1, punteggio che costituisce un over 3,5, così appetito dagli scommettitori”.
E, secondo il gip, sono “ancora piu” significativi i contatti che si riferiscono alla partita Lazio – Juventus del 2 maggio 2011 terminata con la sconfitta casalinga della Lazio per 0 a 1″. Invece Civ ha contattato Gattuso prima delle partite  Chievo-Milan, Milan-Lazio, Milan-Bari e Milan-Cagliari tutte disputate nella stagione 2010/2011.

I quattro arrestati stanotte erano una sorta di mediatori: “prendevano” i risultati delle partite dai giocatori e dirigenti e le rivendevano (con tariffe che andavano dai 250 ai 600mila euro) sul mercato nero delle scommesse. “Anche una mezz’ora prima delle partite c’era la proposta per la mediazione. E se veniva accettata, Bazzani o chi per lui, comunicava al dirigente che a sua volta la comunicava ai calciatori”, ha spiegato Di Martino. I tabulati telefonici, le intercettazioni dimostrano la qualità dei loro contatti: ci sono presidenti, direttori sportivi, calciatori, tutti di serie A, sui quali la Procura sta svolgendo una serie di accertamenti. Tra gli altri risultano contatti con Rino Gattuso, Stefano Mauri e Claudio Bellucci.

A conferma della tesi del procuratore capo Roberto di Martino ci sono poi le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti di questa inchiesta: dallo Zingaro, Amir Gecic, esponente del clan slavo di scommettitori, a Massimo Erodiani, hanno riconosciuto le fotografie di Bazzani e Spadaro. I due non erano soci ma agivano parallelamente: il primo faceva capo al gruppo dei Bolognesi, del quale faceva parte Beppe Signori. Il secondo invece lavorava da solo ed era entrato in contatto con gli Zingari, appunto, e con il gruppo dei baresi dell’ex calciatore biancorosso, Antonio Bellavista.

In carcere c’è poi Cosimo Rinci, amico di Spadaro e dirigente del Riccione calcio nonché in contatto con l’ex presidente dell’Ancona calcio Ermanno Pieroni (anche lui coinvolto nella prima fase dell’inchiesta) e Fabio Quadri, considerato il factotum dello stesso Spadaro.

 

Fonte: Repubblica.it

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