IL CHIEVO DOPO LA TEMPESTA – La gara di Champions con il Real Madird e l’effetto domino successivo alle dichiarazioni post gara di De Laurentiis lasciano spazio ora al campionato. Il Napoli non può permettersi troppe “frenate” visto l’andamento delle sei/sette sorelle d’Europa. Il Chievo è oltretutto tra le squadre che più hanno imbrigliato il gioco marcatamente offensivo degli azzurri nelle ultime stagioni.
TORNA IRRATI – Come se non ci fossero già tanti spunti di riflessione per valutare la partita del Bentegodi, arriva poi la designazione di Massimiliano Irrati, della sezione di Pistoia. L’avvocato classe ’79 natio di Firenze inizia la sua carriera nel mondo arbitrale nel ’96. Riesce a raggiungere la promozione in Serie C dopo solo undici anni di attività nei meandri delle serie minori. Resta nella terza divisione sino al termine della stagione calcistica 2010-2011. Il 30 giugno 2011 fa il suo esordio nella seconda categoria nazionale con il passaggio alla CAN di B, dove colleziona 18 presenze al termine della stagione regolare. Il debutto in Serie A arriva il 18 marzo 2012 allo stadio Dall’Ara, in occasione della partita Bologna-Chievo (terminata 2-2): sulla panchina dei felsinei sedeva proprio Stefano Pioli.
L’ANNO DELLA SVOLTA – Sono 66 le presenze messe insieme da allora nella massima serie da Irrati, con una media di un rigore ogni quattro partite, un’espulsione ogni tre e circa cinque ammonizioni per match. Nel maggio 2013 dimostra grande personalità e abilità di gestione in Empoli -Livorno 1-1, delicato match valido per la finale di andata dei play off di Serie B. Ottima la conduzione arbitrale del toscano, in una sfida resa ancora più aspra dalla storica rivalità tra le tifoserie. Nel luglio 2013 arriva la definitiva promozione nella CAN di A e un mese dopo gli viene conferito il Premio BWIN come “miglior arbitro di Serie B” per la prestazioni offerte nella stagione 2012-2013.
SET AZZURRO – Quest’anno Irrati ha diretto 11 gare in A e 2 in Coppa Italia. Sono in totale sette le sue apparizioni in gare disputate dal Napoli. Il primo “rendez-vous” ci riporta al 2 novembre 2013: Napoli-Catania 2-1. Il gioco non viene in senso assoluto condizionato dalla direzione arbitrale, uniforme e regolare. Stesso discorso valido per Napoli-Chievo 1-1 del 25 gennaio 2014, dove è buona anche la gestione dei cartellini. Discussa la direzione del 1 marzo 2015 in Torino-Napoli 1-0. Gli si rimproverano soprattutto la mancata segnalazione al 65′ di un controllo di mano in area del difensore granata Moretti e la non estrazione del secondo giallo ai danni del granata Quagliarella dopo un entrata da dietro sul Callejòn. La tappa successiva ci porta al finale della scorso campionato: Napoli Cesena 3-2 del 18 maggio 2015. Tutto procede liscio fino al 65′: Gabbiadini entra in maniera scomposta su Brienza in area di rigore, ma Irrati non concede il penalty affermando che l’entrata dell’attaccante azzurro coinvolge solo il pallone. Le immagini della moviola lo smentiscono. Il seguente incrocio è in una diversa competizione, ottavi di Coppa Italia: Napoli-Verona 3-0 del 16 dicembre 2015. I gialloblu, rimaneggiati e con poche pretese, non reggono il confronto con la banda Sarri. Corretto l’annullamento al 6′ della rete di Higuain su cross di Allan per fuorigioco. Non ci sono dubbi anche sul calcio di rigore concesso al Napoli per un netto ed ingenuo fallo di Fares su Mertens in area.
POLSO FERMO ALL’OLIMPICO – Memorabile la direzione di Lazio-Napoli 0-2 del 3 febbraio 2016. L’attenzione non si concentra tanto sulle decisioni di campo, per altro corrette negli episodi chiave (posizione in gioco di Callejòn ed Higuain in occasione della prima rete e tocco non con il braccio del Pipita sul raddoppio). Irrati è infatti al 65′: gioco sospeso per i reiterati ululati di stampo razzista dei supporters biancocelesti diretti al centrale azzurro Koulibaly. Il Fischietto toscano sospende il gioco per circa 5′ con l’approvazione delle autorità competenti a bordocampo ed annuncio in filodiffusione. Decisione apparentemente normale, che assume i caratteri del gesto ad effetto in un Paese che solitamente è proteso alla teoria del “Lasciar perdere, con indignazione”…
L’ULTIMA INCANDESCENTE VOLTA – L’ultimo precedente tra Irrati ed i partenopei entra nella storia delle moviole: Udinese-Napoli 1-3 del 3 aprile 2016. Il sogno scudetto di Sarri e compagni si ferma al Friuli in maniera irruente. Due i rigori concessi dal giudice di gara ai padroni di casa. C’è l’entrata maldestra di Koulibaly su Badu in occasione della prima chiamata. Generosa la massima punizione decretata per il contatto tra Widmer e Ghoulam. Il centrale senegalese rischia poi l’espulsione quando, ad inizio ripresa, già ammonito, trattiene Zapata lanciato in contropiede: Iratti non estrae il secondo giallo. L’episodio che resta negli annali è però l’espulsione comminata ad Higuain (doppio giallo) a seguito delle proteste reiterate del Pipita per un fallo ai suoi danni di Felipe non sanzionato. L’argentino ringhia a muso duro ed appoggia le mani sul petto di Irrati. Il referto successivo porta poi ad una squalifica di 4 turni, ridotti poi a 3. All’Appello, in sede di dibattimento, si presentano lo stesso Higuain e De Laurentiis per la difesa ad oltranza. Quasi amici i due, fino ad agosto…
Ecco il video che testimonia la decisione presa da Irrati nel corso di Lazio-Napoli:
Ecco l’episodio dell’ormai famigerato scontro Irrati-Higuain:
Servizio a cura di Antonio Fusco
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