C’è ancora da soffrire, è questo il resoconto trasmesso dalla gara dell’Olimpico. Il Napoli aveva una grande occasione: uscire indenni dalla sfida contro la Roma dava la possibilità di vivere in scioltezza il finale di campionato. Il gol di Nainggolan costringe gli azzurri a non sbagliare, a stare in tensione fino all’ultimo respiro di questa stagione. E’ tutto nelle mani del gruppo di Sarri, bisogna portare a casa nove punti per non rovinare il cammino entusiasmante condotto dal Napoli che ha coltivato per molti mesi anche il sogno scudetto. Tre vittorie contro Atalanta, Torino e Frosinone darebbero al Napoli la qualificazione diretta in Champions a prescindere dai risultati della Roma, il record di punti in Serie A del club azzurro. Gli azzurri chiuderebbero la stagione il 15 Maggio con 41 punti nel girone di ritorno, gli stessi che all’andata consegnarono il virtuale titolo di campioni d’inverno.
I numeri non mentono, aiutano a capire il percorso compiuto dal Napoli: all’andata sono arrivati 18 punti lontano dal San Paolo e 23 in casa, al ritorno a Fuorigrotta il Napoli si è fermato solo contro il Milan, è a già quota 22 punti tra le mura amiche, potrebbe fare meglio dell’andata ma fuori casa ha ottenuto solo 10 punti sui 24 disponibili. Lontano dal San Paolo, questo gruppo abbastanza giovane, senza l’abitudine alla vittoria ha un gap evidente in esperienza, personalità e cattiveria agonistica. Lo dimostra un altro dato: contro le big del campionato fuori casa gli azzurri hanno ottenuto un solo punto, quello di Firenze.
I due scontri diretti persi nei minuti finali contro Juventus e Roma rappresentano una lezione di maturità, ricordano il classico giudizio dei professori ai colloqui scuola-famiglia: “suo figlio è bravo ma può fare di più”. La grande squadra non concede all’avversario per incapacità nella lettura delle situazioni di gioco la chance a Zaza e a Nainggolan soprattutto durante alcune partite in cui l’avversario non è stato mai in grado di produrre una pressione asfissiante. A certi livelli è il dettaglio a fare la differenza, la cattiveria agonistica che sposta l’episodio da favorevole a contrario, basta ricordare le palle-gol sprecate dal Napoli all’Olimpico. La differenza tra Hamsik che si fa anticipare da Rudiger e il guizzo di Salah e Nainggolan risiede in un’analisi ad ampio raggio. C’è un evidente gap nello spessore della rosa, soprattutto delle alternative. Spalletti ieri aveva in panchina Maicon, De Rossi, Totti e Dzeko, quattro giocatori che hanno esperienza, personalità, abitudine a vincere e che, se chiamati in causa in uno scontro diretto, sono in grado di spostare gli equilibri di una partita. Sarri ha una panchina discreta ma incompleta, non ci sono le giuste alternative sotto il profilo tattico ad Hamsik e Higuain e soprattutto solo il blocco degli ex Real Madrid ha vinto competizioni d’alto profilo. Sarri ha dato al Napoli un’identità di gioco ma nel momento decisivo della stagione ha dimostrato che nella lettura di certi avvenimenti c’è bisogno di crescere ancora per non avere le vertigini dell’alta classifica.
Il gap nei punti in trasferta è anche dovuto allo stress mentale degli azzurri che hanno messo in mostra un calo in termini di brillantezza dal mese di febbraio ma per tante partite sono stati trascinati dall’entusiasmo del sogno-scudetto e dalle giocate di Higuain. Ad Udine si è spenta la luce della missione tricolore e con essa si è interrotta anche l’inerzia della formazione di Sarri che è riuscita a vincere solo in casa contro Verona e Bologna, due squadre che per motivazioni diverse sono arrivate al San Paolo in condizioni psicologiche difficili. Bisogna proteggere il secondo posto e poi De Laurentiis dovrà decidere cosa deve fare da grande il Napoli: con la Champions serve una rosa completa, con maggiore spessore, personalità ed esperienza. Alla costruzione dell’organico deve partecipare anche Sarri con cui bisogna instaurare un clima di condivisione e confronto per evitare altri spiacevoli casi come quelli di Grassi e Regini, acquisti nulli che in cinque mesi non hanno trovato spazio. Il Napoli è padrone del suo destino, porti a casa il risultato ma in ogni caso questa stagione ha una lezione di maturità che deve far riflettere.
A cura di Ciro Troise
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