Per almeno un’ora prova alquanto opaca del Napoli, incapace di rimontare l’inatteso svantaggio. Nel finale un forcing ossessivo produce solo il gol del pari: arginato il danno più grave, ma a conti fatti si tratta di altri due punti lasciati per strada.
CHIEVO ORGANIZZATO – Difficile stabilire, tirando le somme dell’incontro, se nell’1-1 del San Paolo ci sia più merito del Chievo o demerito del Napoli. Una valutazione che in fondo non serve, perché il risultato è sempre un bilanciamento di entrambi i fattori, e se gli uni sono riusciti a fare ciò che avevano programmato, vuol dire che gli altri non hanno saputo fare di meglio per impedirlo. Il programma del Chievo era semplice ed efficace: possesso palla cauto e ragionato, ma soprattutto massima attenzione in fase di non possesso, con pressing sistematico e ordinatissimo, senza mai uscire troppo. Per il resto, una formazione schierata in modo da affollare il centrocampo (imbrigliando la costruzione del gioco azzurra) e in modo da non concedere mai spazi larghi nella metà campo veneta. Il programma di Benitez era un po’ meno chiaro, visto che sullo 0-1, in casa e contro una squadra di bassa classifica, nel primo tempo il Napoli giocava sulle ripartenze e non riusciva a imporsi, pungendo solo attraverso folate scaturite dai piedi di un incontenibile Mertens.
NAPOLI SENZA REAZIONE – Nel primo quarto d’ora il Napoli era partito con un baricentro alto (misurabile sulla posizione di Inler) che lasciava ben sperare per le intenzioni, ma di fatto concedeva troppo spazio alle offensive del Chievo, pericoloso in un paio di situazioni sventate da una buona difesa di Albiol e Britos. Ma il Chievo non sembrava cercare troppo il bersaglio grosso, accontentandosi di tenere sotto controllo il match, finché Sardo non si è inventato un gol incredibile (e fortunato) con un tiro di controbalzo finito sotto l’incrocio. Era il 17′, e fino a quel punto il Napoli s’era affacciato dalle parti di Puggioni con due tentativi di Mertens, in gran condizione, capace di inserirsi sempre in anticipo. Dopo il sorprendente vantaggio degli ospiti, però, la squadra azzurra ha faticato terribilmente a trovare una reazione, se non con Callejòn, bravo per due volte a penetrare in area (una da destra, una da sinistra) e apparecchiare per Higuaìn, in serata decisamente storta. Al 35’ finalmente una bella azione, passata ancora per i piedi di Callejòn e terminata su quelli dell’onnipresente Mertens, fermato solo dal palo esterno. Di qui in poi sono stati 1o’ di gran forcing del Napoli, intenso quanto sterile. E al 45’ è stata persino del Chievo l’ultima palla-gol: tiro-cross di Dramè deviato e gran smanacciata di Rafael.
AZZURRI FRUSTRATI – Nella ripresa si è visto poco di meglio: fino al 60’ il Napoli ha stentato a produrre gioco, avanzando senza fluidità e coralità e continuando a fare affidamento sui singoli. Anche l’ingresso del neo-acquisto Jorginho non è bastato, sebbene l’ex-Verona abbia portato più geometria e dinamismo. Al 65′ Mertens, predicatore nel deserto, con l’ennesimo dribbling ha guadagnato una punizione da ottima posizione, battendola egli stesso: di nuovo il palo a dirgli di no, Puggioni immobile. E ancora il belga, sulla prosecuzione, conquistava un altro fallo e calciava in porta, dimostrando di essere l’unico dei suoi a crederci davvero. Il pressing ordinato del Chievo ha continuato a prevalere sul forcing confuso di un Napoli ormai vicino alla frustrazione. A questo punto Benitez, esasperato, ha tolto Maggio e inserito, con un azzardo tattico, Lorenzo Insigne, ma non c’era altro da fare. Arguta (ma alla fine ininfluente) la risposta di Corini, che ha tolto Paloschi per inserire Estigarribia, che agiva proprio nella corsia lasciata vuota da Maggio (Benitez ha arretrato Callejòn all’occorrenza). A due minuti dal 90′, il dramma lo ha evitato Albiol, segnando da una mezza-mischia con un po’ di fortuna, in una gara in cui la buona sorte aveva decisamente voltato le spalle al Napoli.
LA CLASSIFICA NON ASPETTA – Alla fine, l’unico vero tiro in porta per il Chievo è stato quello di Sardo. Corini ha saputo imbrigliare i padroni di casa giocando una partita difensivista, ma perfetta sotto questo aspetto. Al Napoli sono mancati l’atteggiamento, la precisione e l’organizzazione: le trame offensive erano farraginose e piuttosto prevedibili, con troppi lanci lunghi e molti errori negli appoggi rasoterra; poca concentrazione e scarsa intesa, quando si trattava di accelerare le azioni sulla trequarti. Il rientro di Hamšík è molto utile tatticamente, ma le prestazioni dello slovacco sono ancora carenti: anche per lui molti errori di misura, grossolano quello all’82’ su una preziosa ripartenza. E a quel punto gli errori gratuiti per il Napoli erano 12, contro solo 5 del Chievo. Benitez ha dovuto anche fare i conti con la gara disastrosa di Maggio, che ha iniziato subito il suo incubo con due palle perse vicino alla propria area (potevano costare care), seguite da tantissime distrazioni per tutto il resto della partita.
La risposta che viene da questa partita è che resta una certa difficoltà, per Benitez, a trovare contromisure per le squadre che si chiudono. C’è ancora qualcosa da rivedere, ancora qualche acquisto da fare, ma intanto si perdono troppi punti per strada, e la classifica non aspetta.
Lorenzo Licciardi
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