Dov’è finito il luna park, la legge dei tre gol a partita, il miglior attacco dei cinque principali campionati europei, che segnava anche più del Paris Saint Germain? Resta un ricordo sbiadito, come quello delle fotografie ritrovate negli album del passato. Il Napoli post-Ghoulam in cinque giornate di campionato ha segnato solo tre gol ma sulla catena di sinistra, l’anima del sistema di gioco di Sarri, si è messo anche l’infortunio di Insigne a rendere ancora più complicata la produzione offensiva.
Insigne è la “luce” della manovra azzurra, il regista offensivo, colui che lega i reparti. La sua attività va in armonia con i movimenti senza palla di Mertens, gli inserimenti tra le linee di Hamsik, l’attacco alla profondità di Callejon ispirato spesso da Lorenzo. L’operazione culturale di respiro sacchiano compiuta da Sarri è lodevole ma complicata: è il gioco che esalta i singoli e non viceversa. La precisione negli automatismi, la ricerca costante della velocità e dei ritmi alti insegue la tendenza a cambiare poco, a dar fiducia a coloro i quali hanno assorbito al meglio le consegne tattiche. Quando il Napoli volava ad inizio stagione, raggiungendo anche il record delle otto vittorie consecutive, Sarri ha scelto i titolarissimi, il gruppo che gli dava più fiducia per ottenere il massimo in quel momento mettendo in conto poi di pagare dazio in fasi più difficili come il “Dicembre nero”, mese in cui gli azzurri non hanno ancora vinto.
Insigne ha un’infiammazione al pube, può curarla solo con il riposo, è in dubbio anche per la trasferta di Torino. Ha già affrontato varie partite fino a quando il fastidio contro la Juventus non è diventato insopportabile, ora non può rischiare di determinare poi uno stop più lungo. Le quattro palle-gol create nella ripresa contro la Fiorentina rappresentano la speranza, bisogna cavalcarla lavorando soprattutto sotto il profilo psicologico. Nelle occasioni sprecate da Zielinski e Mertens, s’intravede il disagio per i risultati che non arrivano, la mancanza di serenità quando il pallone scotta e la lucidità non è ai massimi livelli.
Tornare alla vittoria sarebbe la medicina migliore, nel frattempo Sarri deve coinvolgere tutti, cercare nuove soluzioni a livello offensivo per aumentare il livello di pericolosità della squadra. La velocità nei passaggi non è quella delle giornate migliori, bisogna cercare di più le verticalizzazioni e gli attacchi alla profondità. Due delle quattro palle-gol costruite contro la Fiorentina nascono da assist in verticale di Allan che hanno liberato Zielinski e Mertens per il tiro. A gara in corso serve più fantasia, talvolta spostare Callejon al centro e riportare Mertens a sinistra, quando non c’è Insigne, darebbe più soluzioni all’assalto alle difese chiuse.
Superata l’emergenza, bisognerà intervenire sul mercato, dove non basta Inglese. Con le cessioni di Giaccherini e Tonelli, si potrebbe procedere a tre rinforzi: il terzino (Vrsaljko il nome più concreto) e il ricambio per gli esterni d’attacco. Berardi vorrebbe cambiare aria, con 25 milioni si può convincere il Bologna a cedere Verdi, profilo molto gradito a Sarri che ha bisogno di nuove idee e soluzioni.
Ciro Troise
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