Sette partite in ventidue giorni è il conto che attende il Napoli da sabato sera, quando si ripartirà dopo la sosta a Marassi contro il Genoa. Gli azzurri dovranno superare la sconfitta contro la Lazio, che ha rappresentato un’amara cartolina prima di fermarsi, e Garcia è chiamato ad una gestione completamente diversa rispetto alle prime tre giornate di campionato.
Un’organizzazione da tour de force, con l’idea di coinvolgere tutti per centellinare le energie e venir fuori da un trittico di trasferte complicate: prima il Genoa, poi lo Sporting Braga in Champions League e, infine, il Bologna che in questa stagione è una delle squadre che propone il miglior calcio in serie A.
Il Napoli ha ancora i quindici Nazionali in giro per il mondo, il rientro sarà graduale. Lindstrom, Osimhen e Zielinski hanno terminato le loro gare e tra oggi e domani saranno in campo a Castel Volturno, gli ultimi a rientrare saranno probabilmente Anguissa (domani sera affronterà il Burundi e poi dovrà tornare dal Camerun) e Olivera impegnato in Ecuador-Uruguay, saranno in campo probabilmente tra giovedì e venerdì. Politano ha rimediato un risentimento muscolare in Nazionale, gli esami faranno chiarezza.
Garcia avrà quindi un compito difficile: mettere a posto ciò che non ha funzionato contro la Lazio, una mezz’ora di esposizione costante agli attacchi avversari con una squadra lunga e larga che ha aperto il campo a Luis Alberto e compagni, con un’attenzione precisa per il minutaggio e la condizione dei giocatori. L’ha detto stesso Garcia che non tutti erano al 100% contro la Lazio e, quindi, va tenuto in considerazione anche quest’aspetto.
Il miglior modo per gestire le forze è accorciare la squadra, mantenere le giuste distanze. Non è un problema se Lobotka tocca qualche pallone in meno, la differenza è dove li manovra, che lavoro deve fare. Se s’abbassa costantemente per fare la “salida lavolpiana”, cioè porsi in mezzo alla costruzione a tre per risalire il campo, o se deve porsi sul centro-sinistra come terzo riferimento per il possesso palla, allora poi dovrà fare trenta metri in più per recuperare palla nei pressi della metà campo avversaria. Questo ragionamento vale anche per Anguissa, se poi i giocatori non sono al 100% e affrontano un avversario come la Lazio che sa palleggiare, vengono beffati alle spalle e devono correre tanto all’indietro perdendo brillantezza. Se si esaspera la ricerca della palla lunga per Osimhen (22 tentativi contro la Lazio), più volte il Napoli dovrà ricomporsi nel modo giusto visto che l’avversario recupera palla e, se la squadra è lunga, fa più fatica, tende a sfilacciarsi. Il mix poi diventa ancora più esplosivo non avendo difensori che hanno l’esplosività e la velocità di Kim in campo aperto.
È giusto dotarsi di alternative, costruire le condizioni per provare a sfruttare gli attacchi alla profondità di Osimhen, cercando così di scavalcare la linea difensiva, andare sulle catene laterali anche con i cambi di gioco, se supportati da un palleggio veloce e di qualità che libera gli spazi. Ciò che conta è non distruggere l’impalcatura, non snaturare la propria identità che rappresenta un sostegno fondamentale soprattutto quando si è in difficoltà.
Il Napoli sviluppa certezze, è padrone del campo quando può fare un calcio di possesso e dominio degli spazi, ha bisogno di affinare la riconquista del pallone e la ricomposizione tattica dietro la linea della palla, che erano i più grandi punti di forza della scorsa stagione. Gli azzurri sapevano aggredire l’avversario, recuperare il pallone in breve tempo, riducendo le corse all’indietro che storicamente fanno soffrire il Napoli. Basta ricordare le ripartenze del Milan nel doppio confronto in Champions League per comprendere i punti di debolezza per caratteristiche e abitudine del Napoli.
Garcia può esplorare delle risorse dalla sfida di Genova in poi: lanciare Natan nella zona di campo dove si sente il vuoto lasciato da Kim, Mario Rui non è andato in Nazionale e può presentarsi alla ripresa in ottima condizione, rilanciare Elmas che contro l’Italia ha dimostrato di essere in ottima condizione e nelle prime tre partite ha giocato poco, sfruttare l’entusiasmo di Lindstrom soprattutto se dovrà fermarsi Politano. Le potenzialità ci sono, la rosa è abbastanza ampia, serve una gestione da tour de force.
Ciro Troise
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