“Per migliorare quest’organico bisogna acquistare giocatori che costano 80-100 milioni e non penso che il Napoli possa permetterseli”, Maurizio Sarri scuote così la serenità della conferenza stampa nel post-partita di Inter-Napoli. La gara dei record polverizzati, della dichiarazione definitiva di forza espressa dagli azzurri che mescola soddisfazione e amaro in bocca perché terminare una stagione così emozionante senza trofei suona come una contraddizione difficile da digerire.
Se porti la clessidra a metà luglio e ad inizio ottobre, alla cessione di Higuain e all’infortunio di Milik, questo gruppo è da standing ovation a prescindere dall’esito della battaglia per il secondo posto ma il calcio è dominato dalla “dittatura del presente” e allora anche il più lucido degli appassionati si rammarica per i punti persi con le piccole.
De Laurentiis ha la responsabilità di non disperdere lo splendido lavoro costruito in questa stagione, blindando quest’organico e rendendolo ancora più competitivo con gli innesti necessari: un portiere, le alternative sugli esterni bassi, un vice Callejon di spessore e un difensore centrale se Tonelli non dovesse dare garanzie fisiche anche per la prossima stagione.
“Basta poco, ch ce vo”, direbbe Giobbe Covatta ma la vera sfida è respingere l’attrazione della plusvalenza che rappresenta il motore del bilancio del Napoli. Nella serata dei record, Sarri ha mandato l’ennesimo messaggio a De Laurentiis, muovendosi sulle linee-guida già esposte nella conferenza stampa della vigilia. “Ho un contratto, non capisco dove sia il problema della mia permanenza a Napoli ma il 31 Agosto vi dirò se sono contento”, Sarri nella comunicazione si comporta come le sue squadre in campo, adotta il pressing alto con le coperture preventive, che tira fuori, nella metafora calcistica delle sue tesi, quando si pone come rappresentante dei sentimenti della tifoseria.
I casi più spinosi sono quelli di Koulibaly e Mertens, due punti fermi di questo ciclo che Sarri vorrebbe trattenere per dare linfa al percorso di crescita del Napoli, che ha bisogno di continuità per rendere ancora più brillante ed efficace il gioco, il marchio di fabbrica di questo gruppo.
Se dovesse rinnovare Mertens o comunque approdare a Napoli un attaccante con le sue caratteristiche, tocca a Sarri compiere l’ultimo step per completare il suo percorso di crescita come allenatore: aggiungere un pizzico di duttilità ad un’idea di gioco che fa della meccanizzazione il suo punto di forza. La proposta offerta con i tre “piccoletti” è fantastica ma espone gli interni di centrocampo ad un lavoro massacrante che tende a togliere equilibrio alla squadra, portandola a subire qualche gol di troppo.
In cinquantasei partite disputate, il Napoli ha vinto solo due gare per 1-0, contro la Fiorentina in Coppa Italia e l’Inter in campionato, competizione in cui ha subito sei gol in più rispetto alla scorsa serie A, e solo in tredici occasioni la porta di Reina è rimasta inviolata.
Sarri deve rimettere Milik al centro del progetto e lavorare contemporaneamente sull’alternativa dei tre “piccoletti” che può essere utile a gara in corso o dal primo minuto soprattutto in trasferta, dove questo sistema di gioco ha funzionato come una macchina da guerra.
Nel rendimento fuori casa, il Napoli è primo in classifica con quattro lunghezze di vantaggio sulla Juventus, ha già conquistato sei punti in più dello scorso campionato, con altre due partite da disputare lontano dal San Paolo. L’assenza di un centravanti di ruolo si è avvertita nelle gare interne, in cui il Napoli ha quattordici punti in meno rispetto a quelli conquistati a Fuorigrotta nello scorso campionato. Nella migliore delle ipotesi, nel proprio fortino il Napoli totalizzerà 43 punti, otto in meno rispetto a quelli conquistati da Higuain e compagni.
Nella classifica del rendimento interno, il Napoli è terzo a sei lunghezze dalla Roma e a quattordici dalla Juventus che nel proprio impianto ha sempre vinto. Le sfide dei giallorossi contro Milan e Juventus danno grandi chances al Napoli di conquistare il secondo posto, servirà soprattutto l’applicazione vista nel secondo tempo della gara contro l’Inter per non disperdere il dominio espresso in campo in ampi frangenti delle partite. Quattro finali per conquistare un obiettivo molto importante, poi sarà tempo d’analisi e progetti. A De Laurentiis e a Sarri spetta la responsabilità di rendere quest’annata una fantastica base di partenza per andare alla conquista del tricolore.
Ciro Troise
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