Il primo amore non si scorda mai e neanche la prima volta in testa alla classifica. E’ il 30 Novembre 2015, Reina s’oppone ai tentativi di rimonta dell’Inter che perde 2-1 al San Paolo e consegna la vetta della classifica agli azzurri. La settimana dopo si va a Bologna, il calcio d’inizio è alle 12:30 ma per l’ora del pranzo napoletano il boccone è già indigesto. Il Napoli viene tramortito dai rossoblù che vanno sul 3-0, i ragazzi di Sarri riescono a portarsi sul 3-2 ma non a completare la rimonta.
Il Bologna vinse sul terreno della fame, dell’aggressività approfittando dell’approccio sotto ritmo e delle distrazioni difensive del Napoli che andò sotto shock dopo il gol dello svantaggio. Sono passati nove mesi e il gruppo di Sarri è completamente cambiato, con il turno appena trascorso ha festeggiato l’ottava giornata conclusa in testa alla classifica, tra cui c’è anche quella di Frosinone che diede il titolo virtuale di campione d’inverno al Napoli.
Nel calcio, però, soprattutto quando si gioca ogni tre giorni, il rischio del calo psicofisico è dietro l’angolo soprattutto nelle gare in trasferta contro gli avversari che fanno dell’intensità e dell’applicazione tattica le loro spiccate armi. Il Genoa di Juric, l’allievo del maestro Gasperini, ha queste caratteristiche e mercoledì sera aggiungerà nelle proprie motivazioni la voglia di riscatto dopo la sconfitta contro il Sassuolo. Sarri ha scelto la via maestra del turnover mirato e al “Ferraris” continuerà su questa strada, proponendo la formazione di Kiev.
Il format della sfida di Genova richiede il dinamismo di Allan e l’esplosività di Mertens, ritornerà anche Milik dal primo minuto e a Jorginho sarà chiesto un altro sforzo. Rog, Maksimovic e Diawara non sono ancora pronti secondo Sarri, così come Giaccherini potrebbero trovare spazio a gara in corso ma per avere maggiori chance d’impiego dal primo minuto dovranno attendere la prossima sosta.
Il Napoli è uno spartito prodotto a memoria, recita degli automatismi assorbiti e non è facile integrarsi nei concetti del gioco di Sarri, c’è bisogno di tempo. E’ l’ultimo step dell’evoluzione compiuta dall’allenatore del Napoli che ha sposato la filosofia del turnover, Rog, Maksimovic, Diawara e Giaccherini sono delle risorse che possono dare freschezza, duttilità tattica, va scelto il momento giusto per utilizzarle.
Il ricordo di Bologna mette ansia mentre l’inaspettato surplus d’entusiasmo può essere un’arma in più. La vetta della classifica, la continuità nelle vittorie aumentano l’autostima del gruppo e possono risvegliare i tifosi napoletani da un’estate tribolata. Il colpo d’occhio offerto dal San Paolo sabato sera era deprimente, erano le curve a dare l’impatto di calore asfissiante all’impianto di Fuorigrotta. Ormai non si riempiono più i settori popolari perché i prezzi dei biglietti stridono con l’etichetta, il valore e la funzione da sempre avuta dalle curve.
C’è un conflitto in atto tra il presidente De Laurentiis, i settori più caldi del San Paolo e il Comune di Napoli. Il sindaco De Magistris si muove per utilizzare i 25 milioni di euro ottenuti dal Credito Sportivo, De Laurentiis dichiara che non verrà più al San Paolo e che gli interessa solo fare uno stadio nuovo, contraddicendo, quindi, la linea che sta portando avanti da vari mesi. Dove sono i progetti? Quali sono le aree su cui far nascere il nuovo impianto? E’ sostenibile su un tema così caldo e scottante andare avanti solo con le chiacchiere, le dichiarazioni per far rumore? Conviene al presidente tenere i prezzi così alti e farsi contestare dalle curve, quando il suo Napoli dovrebbe generare solo entusiasmo? C’è qualcosa che sfugge alla logica razionale, dei problemi oscuri che hanno posto la società in conflitto con la tifoseria. Il restyling del San Paolo non è iniziato, non c’è una data prevista per l’avvio dei lavori, l’accordo tra società e Comune di Napoli riguardo ai prezzi dei biglietti da tenere sui 20 euro per i settori popolari non è stato rispettato. Cosa si nasconde dietro questa guerra di posizione? La squadra non si faccia influenzare, anzi i risultati possono far prevalere l’entusiasmo sulla tensione, la gioia sui conflitti. L’amore dei napoletani non è scomparso, tace al cospetto del rumore di uno scontro di cui sono vittima i tifosi che intanto si consolano con la squadra e non è assolutamente poco.
Ciro Troise
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