Il Napoli vince e convince al San Paolo. La squadra di Benitez ha messo in mostra il canovaccio completo del sistema di gioco dei modelli Liverpool e Valencia: possesso palla prolungato, pressing alto e quella filosofia offensiva che predica l’impostazione del gioco “senza fretta ma senza pause”, una frase espressa dall’allenatore spagnolo anche ieri in conferenza stampa.
Fare calcio propositivo in Italia non è una virtù di tutti, negli ultimi vent’anni ricordo quattro squadre che esprimevano un gioco divertente e costruito con lo spirito di chi vuole comandare la partita: la Roma di Spalletti, il Milan di Ancelotti, il Pescara di Zeman in Serie B e la Fiorentina di Montella.
Il Napoli si candida, quindi, ad entrare nell’èlite della mentalità vincente, delle squadre che non si chiudono mai, ma anche quando abbassano il baricentro sono sempre pronte a riproporsi nella metà campo avversaria. L’era Mazzarri ha proposto un’efficace filosofia improntata sulla corsa, sul dinamismo e sulla costruzione della ripartenza nei tempi giusti; il Napoli, infatti, soffriva le squadre che venivano al San Paolo a chiudersi mettendosi a specchio e bloccando soprattutto le fasce laterali.
Il Bologna è sceso in campo a Fuorigrotta con lo stesso copione delle serate in cui rovinò i piani di Mazzarri; i rossoblù aspettavano il Napoli nella propria trequarti, cercando poi di colpire tra le linee sfruttando il 4-2-3-1 di Benitez a trazione anteriore. L’attenzione di Behrami e Inler sulla mediana, la grande condizione atletica di Maggio e Zuniga, capaci di svolgere in maniera splendida le due fasi, hanno fatto in modo che il Bologna trovasse il primo tiro verso la porta di Reina soltanto al 61’ con Rolando Bianchi.
I continui cambi di posizione degli uomini d’attacco sono stati letali per la fase difensiva del Bologna incapace di seguire i movimenti di Higuain e compagni.
Pioli e Diamanti nel post-partita hanno ammesso di aver affrontato una squadra nettamente superiore a cui bisogna fare solo i complimenti; le parole dei due avversari del Napoli rappresentano la sintesi migliore sulla prestazione degli azzurri.
E’ insostenibile la tesi per cui il Bologna non è un avversario attendibile, le gare in casa contro le “piccole” in Serie A rappresentano delle insidie, il Napoli alla prima ha dato una dimostrazione di forza e tale concetto non va smorzato con argomenti deboli e pretestuosi. Non bisogna alimentare l’entusiasmo di una piazza che esprime storicamente una profonda variabilità del termometro dei sentimenti ma neanche eseguire il gioco del ridimensionamento a prescindere.
Il Napoli dovrà affrontare molte squadre che lotteranno per la salvezza come il Bologna ed è una convinzione che le gare interne contro le piccole rappresentano lo scoglio da superare per lottare per lo scudetto.
La prima giornata ha confermato le indicazioni della vigilia: la Juventus è la squadra favorita per la vittoria dello scudetto, la Fiorentina è una realtà molto interessante, Inter, Roma, Milan e Lazio delle incognite da verificare sul lungo periodo.
Benitez è uomo d’esperienza e con grande stile nelle dichiarazioni del post-partita ha tenuto aperta la porta del mercato, dichiarandosi soddisfatto per gli sforzi compiuti dalla società sul mercato ma che sarebbe felice se arrivasse qualche altro innesto.
La vittoria contro il Bologna non deve illudere nessuno, i tanti impegni che attendono il Napoli richiedono un organico all’altezza non solo in termini di quantità ma anche di qualità. Il mercato in uscita è un fardello che ha bloccato le operazioni in entrata del Napoli; la priorità è il centrocampista, serve un elemento capace di fare bene le due fasi in modo da non dover dipendere esclusivamente dal trio svizzero. Bruno Uvini dovrebbe andare al Chievo Verona, Calaiò al Genoa, per Dossena c’è l’ipotesi Torino mentre si dialoga con il Parma e il Fulham per Gargano; la cessione degli esuberi è la priorità di Bigon come dimostrano le parole di De Laurentiis su Twitter. L’organico del Napoli è incompleto, servirebbero un difensore veloce per puntellare un reparto che esprime fisicità, qualità tecniche ma che sembra un po’ lento, soprattutto un centrocampista di spessore e un attaccante perché Duvan Zapata non ha il curriculum importante per fare il vice-Higuain. La sensazione è che qualcosa si muoverà soprattutto dopo la cessione degli esuberi e la priorità sembra essere il centrocampista. Le piste Astori e Matri non sono completamente tramontate ma dalle stanze di Castelvolturno filtra che gli uomini-mercato del Napoli pensano ad un rinforzo per la mediana; prima, però, si lavora alla cessione di Gargano mentre persistono le difficoltà nel piazzare Donadel a causa del cospicuo ingaggio percepito dall’ex viola.
De Laurentiis intanto è concentrato sui rinnovi, non solo quello di Insigne per cui è stato trovato l’accordo con i suoi agenti per il prolungamento del contratto fino al 2018, ma anche per Zuniga. L’accordo con la Juventus trovato da mesi dall’agente Calleri potrebbe essere un incubo che sta per finire, è pronta già un’intesa su una cifra vicina ai due milioni di euro. I dialoghi continuano, la svolta è vicina, le parti sono ai dettagli. Intanto l’esterno colombiano si occuperà dell’inserimento nel gruppo e in città del suo connazionale Duvan Zapata, un altro indizio che porta verso la permanenza di Zuniga in maglia azzurra. Zuzù ha dichiarato di voler trovare con la società una soluzione per restare a Napoli. Il rinnovo è in arrivo, il tempo delle polemiche sembra essere finito, il matrimonio tra l’esterno colombiano e la maglia azzurra sembra poter continuare.
Ciro Troise
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