S’ingarbugliano le storie in casa Napoli. Abbondano le semplificazioni ma la nuova epoca del club di De Laurentiis nasce nel segno della complessità tra il mercato, le aspirazioni dei tifosi e le parole dei protagonisti. Il capo è lui, Aurelio De Laurentiis, che guida il progetto affidato al “timoniere” Rafa Benitez. Il capo è stato chiaro in conferenza stampa: “A Napoli non funziona nulla, ma il calcio si. Abbiamo portato il Napoli al secondo posto dietro la Juventus. Comincia un nuovo ciclo dopo otto anni, inizia un viaggio diverso che dovrà avere una sua programmabilità e non essere impostato soltanto per vivere alla giornata. Non siamo interessati semplicemente al risultato di oggi ma a ciò che arriverà da qui a molto tempo”. Parole che Benitez ha rinforzato: “La società non mi ha dato obiettivi precisi, ma mi ha chiesto di far crescere e migliorare la squadra, cercando di raggiungere ogni anno la qualificazione in Champions League”.
Benitez sembra insediarsi come massima espressione del progetto Napoli di De Laurentiis: una società virtuosa, con i conti a posto, nel segno del rispetto totale del fair play finanziario, che valorizza giocatori abbastanza giovani pescati in tutto il mondo, e punta a potenziare la sua crescita societaria cercando di stabilizzarsi nell’èlite del calcio europeo. Nel sistema attuale l’accesso in Champions League è una condizione obbligatoria, la speranza di De Laurentiis è, però, la riforma di Platini: “Benitez ci aiuterà nel processo di crescita, poi spero che Platini elimini l’Europa League e porti sei squadre per nazione nella nuova competizione europea. La costruzione del nuovo stadio? Dipenderà dall’intelligenza di chi ci governa; se sarà possibile avere una nuova legge sugli stadi, allora potremo fare un grande salto di qualità. Noi possiamo fare meglio degli scorsi anni in termini di risorse ottenute giocando a calcio, ma il più grande problema è quanto crescerà l’Italia e quanto crescerà Napoli”
All’esterno del centro sportivo di Castelvolturno, invece, c’era la voce del popolo, quella della curva che non s’appassiona alle strategie aziendali del Napoli e vuole spingere la sua creatura verso la vittoria, inseguendo la strada battuta dalla prima versione del De Laurentiis-pensiero, quando al San Paolo prima di Napoli-Siena disse: “Io come voi voglio vincere”. “Fatti comprare chi ti pare, vogliamo vincere, non partecipare”, il messaggio contenuto in uno striscione per Rafa Benitez che disturba l’incantesimo dell’immagine costruita dal Napoli attraverso una conferenza stampa con molte idee e poche notizie.
C’è stato un grande investimento sulla forma a Castelvolturno, costruendo un ottimo evento che ha avuto una buona eco internazionale (magari garantire la traduzione in più lingue sia ai giornalisti che agli spettatori da casa avrebbe migliorato ancora di più la riuscita della conferenza), ma sarebbe opportuno muoversi anche sulla sostanza, garantendo a tutti gli operatori dell’informazione il diritto di cronaca e l’equità di trattamento. A Castelvolturno si dovrà fare i conti anche con le richieste di Rafa Benitez per migliorare il centro sportivo che ospita il Napoli da nove anni.
Sarà il mercato a mostrare la fisionomia del nuovo Napoli. I primi movimenti mostrano la strada intrapresa dalla società di De Laurentiis: scoperte da affidare a Benitez che naturalmente proverà a dare dei suggerimenti per il mercato. Parafrasando una delle domande in conferenze stampa, Benitez non sarà un manager ma un allenatore con lo spessore giusto per dialogare con la società sul mercato. Le trattative avviate per Skrtel e soprattutto Callejon, che ha lo stesso agente di Benitez, dimostrano che il Napoli è molto attento alle indicazioni dell’allenatore. Il compito di fare sintesi tocca, però, invece a Bigon e al reparto scouting ridimensionato nell’era Mazzarri. Bigon ha voluto fortemente Benitez, ha spazzato via anche i dubbi di De Laurentiis che in un primo momento preferiva le garanzie offerte da un allenatore italiano.
Per questo motivo Benitez durante la conferenza di presentazione ha più volte citato Riccardo Bigon come manager. Il nuovo Napoli si costruisce sulle sue spalle, un po’ più leggere rispetto al passato nella missione di equilibrista che da sempre gli spetta; toccherà a lui dimostrare di essere all’altezza della responsabilità assegnatagli. Servirà anche l’aiuto di De Laurentiis in questo compito sotto due aspetti. Occorre una struttura organizzativa meno rigida sul mercato, bisogna dare più slancio al progetto avendo il coraggio necessario per investire sulle prime scelte in ogni ruolo. Le difficoltà delle altre grandi del calcio italiano sono un assist per il Napoli; basta poco per dare a Benitez un organico competitivo su tutti i fronti, puntando al massimo obiettivo possibile del campionato.
Puntare al massimo riguardo ai risultati sportivi non significa sottovalutare l’importanza della crescita societaria. Fare mercato con i parametri di De Laurentiis su monte ingaggi e diritti d’immagine non è assolutamente facile, rivedere certe posizioni in tal senso sarebbe opportuno. Ci sarebbero poi tante domande che avremmo voluto rivolgere a Benitez e De Laurentiis ma non è stato possibile: che ruolo ha il settore giovanile in questo nuovo ciclo? Quanto s’investirà in tal senso? Qual è la mission richiesta dal presidente ai suoi dirigenti? Si potenzieranno le strutture (tutte le giovanili eccetto la Primavera s’allenano al “Kennedy”, centro utilizzato da tantissime altre realtà, ndr) a disposizione del settore giovanile?
Ciro Troise
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