Arriva il Natale, il terzo di IamNaples.it, portale frutto di un’avventura lanciata da giovani giornalisti. Quante soddisfazioni in tre anni, la più grande: essere gli unici a curare in maniera globale il settore giovanile, anticipando due anni e mezzo fa la necessità del povero calcio italiano di puntare sui vivai.
De Laurentiis oggi a Radio Marte si è definito molto contento per l’affermazione della Primavera. “Abbiamo cinque campioncini”, le sue parole pensando ai contratti da professionista che il patron ha sottoscritto. Ce ne sono anche altri, presidente; mi auguro che glielo dicano e si convinca con i suoi dirigenti che potrebbero essercene ancora se ci fossero strutture ed investimenti all’altezza, senza dimenticare i talenti persi per strada, curati male e svincolati. Mi verrebbe anche un’altra domanda: se abbiamo cinque campioncini, perché nemmeno uno ha avuto una chance in Coppa Italia, seguendo l’esempio di Roma, Inter e Cagliari? Ma è Natale, siamo tutti buoni; allora il pensiero va a quella splendida Primavera, la notizia più bella di questo 2012, anche più importante della Coppa Italia vinta ad una sola condizione: ci sia unità d’intenti nella crescita di questi ragazzi con un progetto condiviso in cui l’obiettivo deve essere l’inserimento in prima squadra, proprio come avvenuto per Lorenzo Insigne, talento che ha già mostrato qualità ma che ha un potenziale molto più grande a sua disposizione. Basta dargli la possibilità di sprigionarlo con serenità, il primo regalo di Natale che vorrei dal Napoli.
E’ stato un Dicembre nero, in cui sono esplose tante contraddizioni derivate da profondi errori di programmazione della società. Le tensioni dei titolarissimi in scadenza, la maledetta sentenza della Disciplinare, le voci di mercato, l’esplosione di alcuni conflitti interni a causa della nefasta divisione tra squadra A e squadra B, dove gli elementi più validi hanno perso valore per la scarsa fiducia nei loro confronti (in primis Fernandez, con 96 minuti in campionato, Vargas, con 154, e Bruno Uvini, che ha disputato solo l’”amichevole” con il Psv Eindhoven ed in campionato non è mai stato chiamato in causa).
La vittoria di Siena è stata importante. Due episodi nel finale hanno permesso agli azzurri, nonostante una prestazione non brillante, di battere la compagine di Iachini, molto rinunciataria e bloccata dal momento negativo. Questi successi possono produrre un’onda emotiva positiva se Mazzarri valuterà la partita con obiettività. Va bene la risposta del gruppo in termini d’applicazione, concentrazione ed impegno, è preoccupante la tensione evidente in ogni passaggio, incoraggiante la crescita di alcuni elementi come Maggio e Gamberini e il sempre prezioso contributo fornito da Campagnaro, sulla cui situazione contrattuale la società farebbe bene a fare marcia indietro sulle proprie convinzioni. Valutazioni che il tecnico non deve fare da solo ma con tutto lo staff tecnico e la proprietà in vista del mercato. Serve reale unità d’intenti, nonostante Mazzarri non possa dare molte garanzie sulla programmazione visto il suo contratto in scadenza.
Ha ragione De Laurentiis che comunica a Bigon e Mazzarri: “vanno bene gli acquisti a condizione che non giochino poi sempre gli stessi”, come è sempre avvenuto con il tecnico di San Vincenzo. L’unità d’intenti s’ottiene mescolando la comprensione dell’altro e l’obiettività nelle proprie valutazioni, senza le bugie o le mezze verità. Quante ne abbiamo sentite negli ultimi giorni: Mazzarri non fa le interviste post-gara perchè deve prendere l’aereo ed, invece, doveva recarsi ad Empoli, a 70 chilometri da Siena. Aronica ha la febbre ma va in tribuna al “Barbera” a seguire la sua prossima squadra, Dzemaili non convocato per un affaticamento ma che in realtà ha avuto delle discussioni con l’allenatore riguardo al suo impiego in campo ed alle sue prestazioni.
Bisogna dire la verità, a cominciare dalla stampa. Questa testata (ci sono gli archivi che lo testimoniano) non ha mai voluto illudere i tifosi; abbiamo sempre portato avanti la nostra analisi per cui era inconcepibile parlare di scudetto e di anti-Juve con una rosa molto limitata, senza un’alternativa a quattro giocatori fondamentali nello scacchiere tattico di Mazzarri: il difensore di passo rapido Campagnaro, il mediano Behrami, il centrocampista dai piedi buoni Inler, la prima punta Cavani. Ho letto altrove che il Napoli aveva due squadre, che l’obiettivo scudetto era possibile, che la società aveva fatto il salto di qualità; le stesse persone oggi fanno marcia indietro, ingigantiscono fisiologiche discussioni tra i calciatori e invocano acquisti per gennaio. Ma se c’erano due squadre, dov’è la coerenza, l’obiettività? La stessa mancanza che porta qualcuno a riportare le notizie senza citazione di fonte, il principale requisito che prevede la deontologia della nostra categoria. Qualcuno ha proprio il vizio: dall’intervista a D’Amico sul caso Criscito, al retroscena dell’interesse della Reggina per Roberto Insigne, ai contratti di Allegra e Fornito. Con ritardo e senza fonte, complimenti per la professionalità!
Sia obiettivo Mazzarri ed il suo staff! La verità fa bene, le bugie hanno le gambe corte. A Siena si è vinto con una prestazione non brillante, capita a tutte le squadre, in questo momento va bene anche così. All’Epifania c’è la Roma del maestro Zeman, un’altra storia rispetto al malconcio Siena.
Il Napoli ha qualche comprensibile frizione interna ma il gruppo è coeso, solido e concentrato sull’obiettivo. Bisogna vedere, però, come si relaziona alle ansie prodotte dal San Paolo, dove in un mese e mezzo ha perso solo il Pescara. Mazzarri sta lavorando sull’aspetto psicologico con riunioni di gruppo e colloqui individuali. Bisogna continuare su questa strada, lavorando sulla fiducia ritrovata con la vittoria contro il Siena e magari un po’ di disintossicazione da calcio nella pausa natalizia. Bisogna affrontare non solo le questioni di spogliatoio ma anche l’organizzazione societaria ed il mercato. Patti chiari, serve condivisione totale. Mazzarri è stato molto più di un allenatore, in questi anni si è occupato di mercato consigliando calciatori e collaborando talvolta anche alle trattative (per esempio le telefonate a Balzaretti e Pazzini, ndr), di aspetti societari: dagli orari delle conferenze stampa allo spostamento della Primavera a Castelvolturno, vicino alla prima squadra. Scelte importanti, alcune giuste e produttive, altre sbagliate per esempio sul mercato, dove non è corretto attribuire tutte le responsabilità all’equilibrista Bigon, un dirigente con poca esperienza che deve mediare tra De Laurentiis e Mazzarri, i principali protagonisti per i tre regali di Natale che vorrei: serenità, unità d’intenti ed obiettività.
Ciro Troise
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